
L’allarme ha fatto scattare immediatamente i soccorsi, dando il via a una corsa disperata contro i minuti che passavano. I sanitari giunti con l’ambulanza hanno cercato di rianimare Leonardo per oltre un’ora intera, ma ogni sforzo è stato vano.
L’elicottero Pegaso, mobilitato in codice di massima urgenza, non ha neppure fatto in tempo ad atterrare. Sul luogo dei fatti, in breve tempo, sono arrivati i Carabinieri della compagnia di Bibbiena, che hanno allontanato il personale e disposto l’immediato sequestro della struttura.
L’attenzione degli inquirenti è concentrata in particolare sul giardino, per ricostruire l’esatta dinamica dell’evento.Intanto, dalla Procura di Arezzo, il Pubblico Ministero Julia Maggiore ha avviato un’inchiesta per delitto colposo. L’obiettivo fondamentale è accertare se l’evento sia stato unicamente frutto dell’imponderabile oppure se la sorveglianza sia mancata e se ci siano stati ritardi in quel momento cruciale.

Una delle maestre, sopraffatta dallo spavento per aver soccorso per prima il piccolo, ha dovuto essere trasportata in pronto soccorso in preda a una crisi d’ansia. Tutta la comunità, sconvolta da una assurdità senza precedenti, è piombata nel silenzio cupo.
Ma cosa è successo precisamente. Secondo una prima ricostruzione dei fatti il laccio della sua felpa, un dettaglio così insignificante nella quotidianità, si era impigliato in maniera assurda e incredibile a un ramo. Le maestre si sono precipitate, trasformando il gioco in una emergenza vitale. La prima insegnante che ha cercato di intervenire è stata subito colta da una crisi, mentre gli altri si stringevano intorno al bambino.
Il sindaco Filippo Vagnoli ha proclamato il lutto cittadino, mentre per i genitori, Alessandro e Caterina, avvertiti mentre erano al lavoro, resta solo il dispiacere muto di fronte a una fine così assurda per il loro bambino di due anni. Per le indagini in corso, il nido, gestito dalla cooperativa Koinè, rimarrà chiuso almeno fino alla prossima settimana.