
La notizia della scomparsa di Ornella Vanoni, avvenuta venerdì sera a 91 anni, ha dato inizio a un pellegrinaggio spontaneo che ha affollato la camera ardente allestita al Piccolo Teatro Grassi. Oltre 5.000 persone si sono fermate davanti al feretro sin dalle prime ore del mattino. Tra loro volti noti della musica, dello spettacolo e della cultura.
I funerali si terranno oggi alle 15, nella chiesa di San Marco, nel cuore di Brera, il quartiere a cui Vanoni era profondamente legata. Su sua richiesta, la cerimonia sarà accompagnata dalle note jazz di Paolo Fresu, un omaggio raffinato che sintetizza l’essenza musicale della sua carriera.
Per Veronica De Andreis, assistente e confidente di Ornella Vanoni per quasi otto anni, il loro rapporto è stato molto più di una collaborazione professionale. Racconta di sentirsi spaesata per la perdita e di non aver ancora realizzato del tutto la scomparsa della cantante. Ricorda i primi tempi insieme, caratterizzati da dialoghi vivaci e scontri occasionali, fino a raggiungere un’intesa profonda e una complicità speciale, tanto che Vanoni scherzava definendola “come una bambola”.

Oltre al lavoro, la loro intesa si basava su passioni comuni come cinema, musica e attualità. Vanoni era curiosa e sempre aggiornata, leggendo quotidiani ogni giorno e discutendo temi culturali e sociali. I ricordi più preziosi per De Andreis restano però quelli quotidiani: telefonate affettuose in cui Ornella chiedeva come stesse o cosa stesse mangiando, e gesti d’amore anche verso la cagnolina Ondina.
Tra i momenti più significativi c’è la laurea honoris causa ricevuta a giugno, vissuta dalla cantante con emozione e orgoglio. De Andreis la descrive come una donna curiosa, brillante e sempre pronta a mettersi in gioco, capace di trasmettere passione e leggerezza con la sua voce. La memoria del loro legame racconta non solo un’artista straordinaria, ma anche una persona capace di affetto profondo e quotidiano.