Il caso di Garlasco è tornato a far parlare di sé durante una recente puntata della trasmissione Quarto Grado. Al centro del dibattito, le dichiarazioni di Mario Venditti, ex procuratore capo di Pavia, che ha voluto chiarire pubblicamente il proprio ruolo nelle indagini legate al delitto di Chiara Poggi, avvenuto nel 2007.
Venditti ha precisato fin da subito di non essersi mai occupato delle indagini che hanno portato alla condanna definitiva di Alberto Stasi nel 2015. Quelle, ha spiegato, erano di competenza della procura e del tribunale di Vigevano. Il suo intervento, invece, riguardava un altro nome emerso nel corso degli anni: Andrea Sempio.
Il nome di Sempio è stato preso in considerazione su segnalazione della madre di Stasi, che presentò una denuncia nei suoi confronti. Venditti ha però chiarito che nessuna delle evidenze raccolte – uno scontrino relativo a un parcheggio a Vigevano il giorno del delitto, alcune telefonate effettuate da Sempio verso casa Poggi nei giorni precedenti e le analisi del DNA – ha mai fornito elementi utili per sostenere un’accusa formale.
“Il mio compito – ha spiegato l’ex magistrato – è stato semplicemente quello di riesaminare alcuni aspetti già valutati in passato dalla magistratura, senza mai discostarmi dai principi di imparzialità”. Venditti ha poi ribadito con fermezza: “Andrea Sempio non ha nulla a che vedere con questo delitto. Sulla scena del delitto c’era una sola persona, e non era lui”.
Alla domanda se avesse mai avuto dubbi sulla sentenza, la risposta è stata netta: “Assolutamente no”. Il riferimento è chiaro: per Venditti, l’unico responsabile resta Alberto Stasi, la cui colpevolezza è stata confermata in via definitiva. Nonostante le nuove ipotesi e l’interesse mediatico ancora acceso, il caso di Garlasco continua ad alimentare interrogativi. E, per molti, la sensazione è che la verità, quella completa, sia ancora lontana.