È morto Materazzi, Italia in lutto: era un’icona per l’intero Paese (2 / 2)


Si è spento nella città di Sapri, in provincia di Salerno, in cui viveva da tempo., l’ingegnere Nicola Materazzi, padre di alcune delle super car più importanti di tutti i tempi, tra le quali spiccano la leggendaria Ferrari F40 e la Bugatti EB 110. Materazzi è considerato uno dei più grandi esperti italiani ed europei di turbocompressori. I suoi funerali si sono tenuti ieri mattina, 25 agosto, nella Chiesa Madre di Caselle in Pittari, la piccola cittadina del Salernitano di cui era originario, dinnanzi a moltissima gente giunta per dargli l’ultimo saluto.

Una passione per i motori, la sua, iniziata sin da ragazzino. Classe 1939, Materazzi, dopo il diploma in liceo classico, si costruì da autodidatta un kart. Era l’inizio della sua lunghissima carriera, costellata di successi. Data la sua vocazione, fu naturale l’iscrizione alla facoltà di Ingegneria Meccanica, all’Università Federico II di Napoli, lavorando per un anno come assistente di un docente.  Dopo aver lavorato per la Lancia, fu la volta della breve parentesi in Abarth, sino all’approdo nella scuderia Osella, dove progetta dapprima le auto di Formula 2 e poi quelle di Formula 1

Nel 1979, Enzo Ferrari lo chiama a lavorare nella scuderia di Maranello, dove Materazzi assume il ruolo di responsabile dell’Ufficio Tecnico per telai e motori. Nel 1984, realizza la Ferrari 288 GTO e soli 3 anni dopo, nel 1987, è la volta della Ferrari F40, che celebra proprio i 40 anni di attività dell’azienda.

Nel 1989 Materazzi, dopo aver lasciato la casa di Maranello, entra in Cagiva, progettando moto da competizione, sino al 1991, quando passa alla Bugatti, dove assume il controllo del progetto per la EB110. Nella prima metà degli anni Duemila, Materazzi ha lavorato invece alla EB Engineering Edonis.

Alla notizia del suo decesso, il mondo delle quattro ruote e delle due ruote è devastato. Con Materazzi se ne va via un grandissimo ingegnere, di una stirpe che, purtroppo, sta scomparendo e che va assolutamente tenuta in vita attraverso il ricordo, la memoria di quanto grandi siano stati i suoi progetti. Si tratta, senza ombra di dubbio, di un grande esperto, di una figura di riferimento in grado di rispondere in modo esaustivo ed estremamente lucido a tutte le informazioni. Ascoltarlo era un onore.