Per la prima volta, il tribunale di Asti ha riconosciuto un danno biologico legato a comportamenti discriminatori all’interno di una famiglia. Il caso vede come protagonista Fabrizio Obbialero, un chirurgo di 48 anni, preso di mira in episodi pianificati dal padre per punire l’orientamento sessuale del figlio.
Fabrizio ha raccontato come tutto sia iniziato dopo il suo coming out, un momento che ha segnato una profonda frattura familiare. La madre, in condizioni critiche di salute, aveva accolto con amore la rivelazione, mentre il padre, un geometra ottantenne, ha reagito con rabbia e rifiuto. Deciso a colpire il figlio, l’uomo ha contattato più volte dei sicari affinché lo prendessero in strada, con l’intento di impedirgli di esercitare la professione medica.
Il primo tentativo, fortunatamente, non è avvenuta poiché uno degli mercenari, impietosito, ha simulato un finto pestaggio per ottenere comunque il compenso. In una seconda occasione, invece, a subire atti è stato il compagno di Fabrizio, come emerso durante il processo.
Alla luce delle prove raccolte, il tribunale ha stabilito che Fabrizio debba essere risarcito dal padre per il danno subito. Questa sentenza rappresenta un precedente importante, poiché riconosce il diritto a una tutela anche in ambito familiare contro atti discriminatori e violenti.
Fabrizio ha commentato l’esito con amarezza ma anche con speranza: “Il rapporto con mio padre è finito da anni, ma ora so di non essere solo. Questa sentenza può aiutare altri a uscire dal silenzio e trovare il coraggio di denunciare situazioni simili”.