Dramma in ospedale, 57 bambini con convulsioni e senza sensi: la scoperta choc (2 / 2)

Lo scorso 28 luglio, 50 studenti della scuola secondaria Juana de Asbaje di Bochil, sono finiti in ospedale per intossicazione da cocaina. Tutto è partito da quando, alcuni di questi adolescenti, hanno iniziato a manifestare chiari segni, pertanto inequivocabili, di intossicazione da tale sostanza stupefacente.

Quindi dispnea, sindrome da serotonina, ipotermia, insonnia, ipertensione. I soccorritori, accertate le gravissime condizioni di alcuni, hanno tempestivamente provveduto a trasportarli in ospedale, mentre tutti gli altri sono stati attentamente monitorati.

Quando i giovani studenti hanno iniziato a manifestare dei malori sempre più accentuati, si è deciso di sottoporli ad esame tossicologico e proprio dall’effettuazione dello stesso, è emersa la loro positività alla cocaina che non è finita nel loro corpo volontariamente. Sono stati gli amministratori dell’istituto nel quale si è verificato il dramma, ad allertare le forze dell’ordine e le indagini sono scattate immediatamente per capire cosa possa essere accaduto agli adolescenti.

Nessuna pista è stata trascurata ma, probabilmente, la causa è da ricercarsi nell’acqua della scuola, contaminata con cocaina e ingerita dai 50 studenti senza saperlo e senza potersene rendere conto, data la trasparenza del liquido. Sul caso si sta ancora indagando, dato che il numero dei ricoverati, che hanno manifestato convulsioni, perdita di sensi e una serie di numerosi altri sintomi da intossicazione, è davvero elevato. I dati, nell’immediatezza della tragedia, forniti dall’Istituto Messicano di Sicurezza Sociale, parlavano di 57 studenti in cura presso il nosocomio, e solo uno in condizioni più critiche, seppur non a rischio vita.

Come mai la cocaina è finita nell’acqua dell’istituto scolastico? Questo resta un grande giallo. Ad oggi, e siamo arrivati ad ottobre, di tempo ne è passato, ma non si riesce a dare una risposta plausibile a questi casi di intossicazione. I genitori degli studenti chiedono giustizia, chiedono verità, poiché la vita dei loro figli è stata messa in pericolo in un luogo che dovrebbe garantire loro protezione, oltre che istruzione. E’ il luogo in cui affidiamo i nostri bambini, ad occhi chiusi e non potremmo certo immaginarci che, tra i banchi, possano verificarsi simili tragedie.