Dramma di Martina, l’analisi scioccante della psicoterapeuta Ciaravolo (2 / 2)

Virginia Ciaravolo, psicoterapeuta, non immaginava che la realtà potesse superare persino le pagine più crude del suo libro Femminicidi giovanili senza scampo. Il delitto di Martina Carbonaro, 14enne eliminata dall’ex fidanzato, conferma una tendenza agghiacciante: dal 2023 al 2025, decine di under 30 hanno fatto i conti con questa violenza.

“Dalla piccola Aurora gettata da un balcone a casi come Cecchettin e Tramontano, è una ecatombe che non smette di sconvolgere”, denuncia Ciaravolo. Molte di queste ragazze hanno incontrato il proprio killer credendo a una riconciliazione. Inoltre, il colpevole può nascondersi proprio in chi dice di amarle, “l’uomo che parla di sentimenti”.

Secondo la psicologa Ciaravolo, a Napoli — sua città natale — l’amore viene spesso rappresentato in modo distorto, quasi mitizzato in maniera fuorviante. Prende come esempio la storia di Martina, una ragazza di soli 14 anni che aveva alle spalle già una relazione durata due anni. Una dinamica che, a suo avviso, dimostra quanto sia difficile a quell’età comprendere davvero i ruoli e gli equilibri all’interno di un rapporto.

Quello che viene chiamato “amore”, spiega, è spesso in realtà un’attrazione per figure problematiche, il cosiddetto malommo, ovvero l’uomo “maledetto”, simbolo di un certo fascino tossico. “Serve un’educazione sentimentale che parta dalle famiglie: alle madri dei maschi spetta insegnare il rispetto, a quelle delle femmine il diritto a non sottomettersi“, aggiunge. Eppure, osserva, molte ragazze crescono credendo che gelosia e controllo siano espressioni d’amore.

Ciaravolo insiste: “Queste donne non devono essere ridotte a corpi in un obitorio. Michelle Causo non era solo “la ragazza del carrello”, ma una persona con sogni e risate”. Mentre la politica discute sull’educazione emotiva nelle scuole, l’esperta lancia l’appello di scendere in piazza anche per queste donne.