
La vicenda aveva preso avvio con la denuncia presentata dai genitori, Ornella e Rino, quattro giorni dopo l’ultimo contatto con la figlia. Tatiana, studentessa di psicologia e nota sui social per il profilo poetico “Parole in evoluzione”, sembrava sparita nel nulla dal 24 novembre.
Dragos Ioan Gheormescu, il trentenne al centro del caso Tramacere, ha raccontato ai carabinieri di essere stato lui a fornire supporto alla giovane nei giorni della scomparsa, sostenendo che fosse stata Tatiana a chiedergli aiuto. Secondo la sua versione, la ragazza stava vivendo un momento di forte fragilità emotiva e desiderava allontanarsi da tutto per qualche giorno, convinta che solo lui potesse offrirle un rifugio sicuro.
È quanto avrebbe ribadito anche Tatiana stessa dopo essere stata accompagnata all’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce per accertamenti, prima del rientro a casa tra la notte del 4 e 5 dicembre. Gheormescu ha inoltre riferito di aver tentato più volte di convincere Tatiana a interrompere quel volontario isolamento, man mano che la scomparsa guadagnava attenzione mediatica.

Quando i carabinieri hanno fatto irruzione nella palazzina dove vive l’uomo, lei non è stata trovata subito: la giovane si era nascosta nell’abbaino raggiungibile dal terrazzo, rimanendo al buio per ore. Gli investigatori hanno ricostruito che tra i due esisteva un rapporto più stretto di una semplice amicizia: le telecamere di sorveglianza li avevano ripresi insieme al parco Raho, dove l’uomo lavora, mentre si scambiavano effusioni prima di entrare nell’edificio.
Da quel momento, nessuno aveva più visto Tatiana uscire. Al momento del ritrovamento, la ragazza, visibilmente scossa, avrebbe ripetuto ai militari: «Non ho fatto nulla». Tirato un sospiro di sollievo per il buono stato di salute della ragazza, ora bisognerà continuare ad indagare per ricostruire la verità.