Dopo infinite polemiche, Blanco rompe il silenzio: le parole del cantante gettano benzina sul fuoco (2 / 2)

Nella lettera di scuse, ormai diramata da tante testate, Blanco ha scritto: “Cadono fiori, Ariston. Si spezzano fiori, Ariston. Cala il sipario, Ariston. Ti ho messo in lacrime come la mia mamma, Ariston. Mi hai visto fragile come un bimbo e qui proprio qui, dove mi hai insegnato a correre, sono caduto. Mi sono rotto la faccia e piango, Ariston. Ma poi… Rido, rido, ridi, rido, perché non sono perfetto come mi volevi. Ma finalmente sono me stesso, ti voglio bene Ariston. Con tutta la mia follia”.

Nella didascalia della poesia, Blanco ha chiesto “scusa alla città dei fiori“, anche se non sembrano convincere, da “finalmente sono me stesso”, a “rido, rido, rido, passando per “non sono perfetto come mi volevi”. Ci si chiede, insomma se essere se stesso significhi sfasciare il palco, mancare di educazione e di rispetto verso chi si è prodigato per la riuscita del Festival di cui il suo brano fa parte. Non certo, di una kermesse, fa parte la distruzione.

Mentre Mahmood ha postato un cuore blu, gli attacchi non sono tardati ad arrivare, come quello di Alessandro Rosica, che ha scritto: “Falso e scontato, ti hanno obbligato”. Stefano Calandra, allo stesso modo, senza mezzi termini, ha scritto: “Blanco va denunciato per istigazione a delinquere e deve pagare i danni”, aggiungendo: “Ha detto: “bisogna divertirsi” mentre distruggeva il palco di Sanremo. Pericolo di emulazione dei giovani”.

Blanco attraverso la lettera ha cercato di scusarsi e neppure verso ch in primis, lo stava seguendo da casa, tra cui molti giovani e giovanissimi a cui la scena è sembrata davvero forte. Logico che il suo gesto, nonostante le scuse e l’aver compreso la gravità dei suoi improvvisi calci alle rose, continua ad essere ritenuto dai più inopportuno, volgare, fuori luogo, un pessimo esempio per coloro che tendono a considerarlo un artista da emulare.

La polemica, insomma, non si placa, anche dopo le parole mediatrici di Amadeus in conferenza stampa, ieri mattina, all’indomani di quella triste pagina dello spettacolo italiano, che mai avremmo voluto vedere. Il Festival si è evoluto ma quanto l’evoluzione è stata sinonimo di evoluzione in positivo? Domanda legittima.