A monitorare la situazione ai Campi Flegrei oltre alle autorità dei comuni interessati ci pensa l’INGV ovvero l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Si tratta del principale istituto addetto ai rilevamenti di terremoti ed eruzioni vulcaniche.
Secondo quanto si apprende in queste ore dalla stampa nazionale dal 2006, anno in cui è cominciato di nuovo il fenomeno del bradisismo, il suolo ai Campi Flegrei si è alzato di circa 140 centimetri. Nell’ultimo mese la velocità di sollevamento è cresciuta di circa 3 cm al mese.
Una situazione che comincia a spaventare le persone che abitano nell’area in questione e che temono possa verificarsi una eruzione. Mauro Di Vito, direttore dell’Osservatorio Vesuviano dell’INGV ha rilasciato alcune dichiarazioni alla stampa nazionale, volendo anche tranquillizzare la popolazione.
Sono stati pubblicati infatti dei grafici che mostrano l’evoluzione della situazione dal 2006 ad oggi. Si evidenzia la variazione tra la parte centrale e la periferia della caldera e l’incremento di velocità delle ultime tre settimane. Il dato relativo al sollevamento di 140 centimetri è relativo a Rione Terra di Pozzuoli. Dai mareografi è poco meno” – afferma a Fanpage Di Vito.
L’esperto ha sottolineato che il sollevamento attuale è inferiore a quello provocato dalla crisi bradisismica degli anni ’80. “Dal 1950 si è sollevato di 431 centimetri, considerando tutto: come sollevamenti e abbassamenti” – ha spiegato ancora l’esperto.
Non ci sarebbero quindi i segni premonitori di una eruzione anche se la situazione deve essere monitorata con attenzione, Di Vito ha spiegato assieme alle altre autorità che per il momento non si intravede il bisogno di una evacuazione di massa o comunque molto importante come quella che avvenne negli anni ’80.