Denise Pipitone e Matteo Messina Denaro: il colpo di scena poco fa (2 / 2)

Dopo la cattura del boss di Cosa Nostra, Piera Maggio ha pubblicato, come ormai noto, un post sulla sua pagina Facebook, chiedendo ai magistrati di interrogare Matteo Messina Denaro sulla scomparsa della figlia che potrebbe essere stata rapita (questa l’ipotesi che, ad oggi, è la più accreditata). Un post decisamente forte; quello di una madre disperata che non vuole mollare, intenzionata ad arrivare alla verità.

Questo il post: “Noi siamo convinti che se decidesse di fornire la risposta alla nostra domanda metterebbe fine al nostro calvario”. L’avvocato Frazzitta ha aggiunto: “Non pensiamo che Messina Denaro possa essere stato coinvolto nella scomparsa di Denise ma se per 30 anni ha comandato la mafia nel Trapanese, allora potrebbe essere a conoscenza di qualcosa”. Una precisazione doverosa, anche alla luce di un precedente: quello delle indagini sulla scomparsa di Antonio e Stefano Maiorana. In molti ricorderanno la storia di questi due imprenditori, padre e figlio, inghiottiti nel nulla il 3 agosto dell’ormai lontano 2007, nel Palermitano.

Il boss di Palermo Salvatore Lo Piccolo avrebbe avviato una sorta di indagine interna per capire cosa fosse accaduto ai due imprenditori, per cui Frazzitta ha dichiarato“Allo stesso modo crediamo che il clamore e l’attenzione di media e forze dell’ordine sul caso di Denise abbia potuto in qualche modo indurre Messina Denaro a chiedere informazioni sulla vicenda. Mi rendo conto che la caratura del personaggio non lascia sperare in nessuna collaborazione con la giustizia, ma la richiesta della madre di Denise è assolutamente legittima”.

Piera Maggio, nel post pubblicato, utilizza il plurale, riferendosi, ovviamente, anche al marito Piero Pulizzi, con cui ha vissuto il dramma della scomparsa di Denise di cui non si sa più nulla da 19 anni. Intervistata dall’ Adnkronos, la Maggio ha sottolineato la gravità del rapimento di una bimba così piccola, con i riflettori puntati sul luogo del rapimento, definito  quello del “rapimento di Denise”. Eppure, nonostante disperati e infiniti appelli, nessuno si diede da fare per far ritrovare Denise e individuare i colpevoli, mettendo fine anche a tutta l’attenzione fastidiosa che si era venuta a creare sul posto. Piera Maggio e Piero Pulizzi hanno anche aggiunto che. “Non si muoveva una foglia senza che “Messina Denaro) lo sapesse”. Dicono questo non perché siano convinti che il boss arrestato c’entrasse qualcosa col rapimento di Denise, ma perché, al tempo della scomparsa della piccola, lui era il re della mafia locale.

Per questi motivi, sperano che, dopo le indagini, Stato e magistrati chiedano a Messina Denaro dove sia la figlia o che fine abbia fatto, in modo da mettere la parola fine al loro calvario che va avanti da due decenni quasi. Piera Maggio e Piero Polizzi ammettono che la loro richiesta è insolita, in quanto si stanno rivolgendo ad un boss, sperando che la malattia da cui è stato gravemente colpito possa portarlo ad un “gesto di redenzione” verso tutti gli innocenti uccisi dalla mafia. “Chiediamo di aiutarci a capire anche nel modo lo ritenga più opportuno dov’è Denise, come trovarla. Abbiamo provato tante strade per cercare ed essere di aiuto a nostra figlia, allora perché non percorrere anche questa…”, concludono la Maggio e Pulizzi.