Nell’ordinanza di arresto del 23enne, il giudice ha evidenziato la freddezza con cui ha ucciso una ragazza che si fidava di lui. Samson, al momento del fermo, aveva coinvolto la madre, dicendo che era in casa e l’aveva aiutato a ripulire tutto.
Successivamente, ha ritrattato tale versione sia davanti al pubblico ministero che al giudice, ma gli elementi raccolti, tra cui celle telefoniche e tracce di sangue, confermano la presenza attiva della donna nella casa dopo il delitto. Nors Manlapaz, madre di Mark Antony Samson, ha ammesso in questura di aver aiutato il figlio a pulire il sangue in casa dopo il delitto di Ilaria Sula. L’interrogatorio, durato quattro ore e svolto con l’ausilio di un traduttore, è avvenuto a seguito delle numerose prove raccolte contro di lei.
La donna ha raccontato di essere entrata nella stanza del figlio dopo aver sentito dei rumori e, alla fine delle sue dichiarazioni, è stata formalmente accusata di concorso in occultamento del corpo. Gli inquirenti ipotizzano anche il suo coinvolgimento nella fase di occultamento del corpo, che fu prima avvolto in un sacco e poi messo in un trolley, rinvenuto in una discarica a 40 km da Roma.
La madre di Mark non approvava la relazione con Ilaria, ritenendola distante dai valori della tradizione filippina. Nors aveva dichiarato inizialmente di conoscere a malapena la ragazza, ma si è poi scoperto che Ilaria aveva dormito in casa loro più volte. Per ora, resta fuori dalle indagini il padre di Mark, Rik, che pare non fosse presente durante il delitto. Il suo coinvolgimento nelle bugie successive è penalmente irrilevante poiché, essendo un parente diretto, non può essere accusato di favoreggiamento.
Restano però dubbi sugli orari esatti del delitto: Mark sostiene sia avvenuto tra le 11 e le 14 del 26, ma gli inquirenti ritengono più probabile che sia accaduto la sera prima. Le celle telefoniche del cellulare di Ilaria non coincidono con la sua versione. Si sospetta che qualcuno possa averlo aiutato nel trasporto del corpo.