Delitto Fregene, la donna cui è stata tolta la vita e la nuora hanno litigato per la… (2 / 2)

 

C’era un clima teso come una corda di violino, in casa Camboni, per vari motivi, per l’eredità, per la convivenza forzata ma Stefania Camboni e la nuora Giada Crescenzi, prima che quest’ultima le togliesse la vita con 34 fendenti, avrebbero discusso animatamente per un semplice barattolo di Nutella,  comprato da Giada  e dal compagno Francesco Violoni, figlio della donna fatta fuori tra le mura domestiche.

Stefania lo avrebbe consumato completamente pochi giorni prima di essere  colpita da 34 fendenti, inferti da Stefania, il   15 maggio scorso, nella sua abitazione di Fregene. Il battibecco tra suocera e nuora sarebbe nato proprio per questo gesto banale, ossia per il barattolo che la suocera aveva mangiato completamente.

I contrasti tra le due erano continui, anche perché Giada stava pensando di andare a convivere con Violoni. L’’8 maggio la 30enne aveva pubblicato un annuncio su Facebook che diceva: Siamo in una situazione critica, dormiamo pure per terra”. La Camboni era in un momento molto delicato, fragile emotivamente, alle prese con tensioni familiari e incomprensioni continue. In tutto questo un barattolo di Nutella spalmabile  è diventato il movente del delitto.

I carabinieri del nucleo investigativo di Ostia, coordinati dalla procura di Civitavecchia, sono alla ricerca di nuove tracce, in quanto non si trovano le chiavi della macchina di Camboni, abbandonata in una scarpata per simulare una rapina,  così come non si sa dove sia il  suo telefonino e lo strumento del delitto.

E non si trovano nemmeno i panni con cui sono state rimosse le tracce ematiche dopo il compimento del delitto, mentre occorre fare chiarezza sull’orario della mattanza, ancora non stabilita con certezza.  Tanti gli elementi da mettere assieme per ricostruire cosa è successo tra le mura domestiche. Due superconsulenti affiancheranno i carabinieri durante il nuovo sopralluogo nella villetta di Fregene.