Decesso Papa Francesco, le norme parlano chiaro: cosa succede ora (2 / 2)

Con la scomparsa di Papa Francesco, la Chiesa Cattolica entra nel periodo della Sede Vacante, il delicato intervallo in cui la cattedra di Pietro rimane vacante in attesa dell’elezione del successore. Questo processo è disciplinato dalla Costituzione Apostolica Universi Dominici Gregis, promulgata da Giovanni Paolo II nel 1996 e successivamente modificata da Benedetto XVI.

La procedura ha inizio con l’accertamento ufficiale della dipartita del Pontefice da parte del Cardinale Camerlengo, figura chiave nella gestione della transizione. Seguendo un rituale antico, il Camerlengo verifica il decesso e, alla presenza di testimoni, dichiara l’avvio del periodo di sede vacante.

Intanto, vengono organizzati i funerali del Papa, celebrati solitamente nella Basilica di San Pietro o in un luogo da lui indicato. La notizia del decesso viene ufficializzata dalla Sala Stampa Vaticana, mentre le campane di San Pietro suonano a lutto, annunciando l’evento ai fedeli di tutto il mondo.

L’elezione del nuovo Papa avviene attraverso il Conclave, che inizia tra il 15° e il 20° giorno dalla scomparsa del predecessore. I cardinali elettori (quelli con meno di 80 anni) si riuniscono nella Cappella Sistina, dove celebrano una Messa solenne prima di entrare cum clave (sotto chiave). Dopo aver prestato giuramento di segretezza, iniziano le votazioni a scrutinio segreto, con una maggioranza di due terzi necessaria per l’elezione.

Dopo ogni scrutinio, le schede vengono bruciate: il fumo nero indica che l’elezione non è ancora avvenuta, mentre il fumo bianco annuncia l’avvenuta scelta del nuovo Papa. Se il cardinale eletto accetta, sceglie il suo nome pontificale e si prepara nella “Stanza delle Lacrime”, indossando gli abiti papali. Infine, dal loggione di San Pietro, il protodiacono pronuncia la storica frase: “Habemus Papam!”, presentando il nuovo Pontefice al mondo.