Davide Lacerenza, la rivelazione di una prostituta : "Cosa pretendevano da noi.. (2 / 2)

Una vicenda scabrosa, che ha scosso la scena della movida milanese, gettando ombre sulla reputazione di Lacerenza e dei suoi locali. L’inchiesta sulla Gintoneria di Milano ha portato agli arresti domiciliari Davide Lacerenza e Stefania Nobile, accusati di gestire un giro di prostituzione e spaccio di sostanze stupefacenti.

A ricostruire il giro di prostituzione nel locale è stata Elena, una squillo di origini ucraine, che ha rivelato dettagli scottanti ai microfoni de La Zanzara. Secondo il suo racconto, nel club circolavano ragazze con soprannomi come “la Puzzola”, “la minorenne” e “la Fabulosa”, tutte proposte ai clienti. Elena ha raccontato che Lacerenza le avrebbe chiesto di accompagnare un cliente per 1.000 euro, pretendendo poi il 50% della somma.

Al suo rifiuto, avrebbe ribadito che spettava a lei decidere con chi andare e a quale prezzo. La presenza di rapporti sessuali tra prostitute e clienti è confermata dalla testimone: “L’ho visto con i miei occhi”. Tuttavia, ha spiegato di non essersi mai prestata in quel luogo per via delle numerose telecamere presenti.

Anche Stefania Nobile, ex sodale della madre Wanna Marchi, sarebbe stata pienamente consapevole di ciò che accadeva nel locale. Secondo Elena, Nobile pretendeva di rinnovare periodicamente la rosa delle ragazze, sostituendole ogni due o tre mesi per offrire sempre volti nuovi alla clientela. Lavorare con Lacerenza, tuttavia, non era semplice.

Elena ha ricordato un episodio in cui un cliente le aveva dato 500 euro per trascorrere del tempo con lui, ma senza obbligo di restare fino al mattino. Quando aveva deciso di andarsene prima, Lacerenza l’aveva obbligata a rimanere. Al suo rifiuto, era stata cacciata dal locale in seguito ad un litigio. “Se qualcosa non gli piaceva, diventava una bestia: urlava e dava schiaffi ai camerieri”, ha aggiunto. L’indagine continua, con nuovi sviluppi attesi nelle prossime settimane