Cucine da Incubo: svelati i retroscena del programma. Ecco cosa succede davvero

Il noto programma televisivo aiuta ristoranti disastrati a rimettersi in piedi, in questi giorni sono stati svelati alcuni retroscena del programma. Vediamo che cosa è accaduto.

Cucine da Incubo: svelati i retroscena del programma. Ecco cosa succede davvero

In Italia esistono diversi programmi televisivi che hanno come tema la cucina. Come si sa gli italiani amano molto il buon cibo e nel nostro Paese ci sono diversi chef stellati famosi in tutto il mondo, come ad esempio Antonino Cannavacciuolo, celebre per i suoi piatti. Anche lui conduce alcuni programmi televisivi che hanno come tema la cucina. 

Anche chef come Alessandro Borghese conducono programmi a tema culinario, come ad esempio “4 Ristoranti”, dove Borghese sceglie i migliori 4 ristoranti di una determinata zona d’Italia. Per quanto riguarda Cannavacciuolo egli conduce il programma “Cucine da incubo”, dove il professionista aiuta dei ristoranti disastrati a rimettersi in piedi. Ma non sempre tutto va come previsto, vediamo cosa è accaduto. 

“Menù durato una puntata”

Secondo quanto apprendiamo dalla stampa nazionale, non sempre i ristoranti che partecipano al programma poi seguono la linea indicata dallo stesso Cannavacciuolo. Tutto quello che si vede nelle puntate però corrisponde a verità. Cannavacciuolo prima di rimettere in riga il ristorante scelto verifica che cosa si cucina al suo interno

I piatti assaggiati la prima volta non sempre sono eccezionali, per questo poi il professionista riunisce attorno ad un tavolo il titolare e gli altri dipendenti del ristorante cercando di dare nuova vita al locale con piatti da leccarsi i baffi. In un ristorante di Roma però il menù di Cannavacciuolo è durato solo per quella puntata.

Il ristorante “Le Lanterne” della Capitale ha partecipato diverso tempo fa al programma, e infatti quando ci si reca oggi nel locale si può vedere come le cose siano effettivamente cambiate. “Il menu dello chef è durato solo per quella puntata” – così riferisce la testata Vice, che ha ascoltato Emilia Karaš. “Non che i piatti che ci ha proposto non fossero buoni, ma lo chef non ha considerato che Roma ha degli standard per i turisti: non puoi servire un piatto di cozze, devi comunque avere in carta le ricette tradizionali” – così ha spiegato Emilia, che ha comunque riferito come l’esperienza con il programma sia servita a migliorare il locale e anche la comunicazione tra il personale.

Continua a leggere su Fidelity Donna