
Quale falla nel progetto, o quale errore ha prodotto il crollo della Torre dei Conti, nell’area dei Fori Imperiali, costringendo i magistrati a muoversi con la più grave delle accuse? In tanti sono gli italiani che, seguendo gli sviluppi del caso, se lo stanno chiedendo di sicuro.
La risposta alla domanda è arrivata rapida, calata direttamente dall’ufficio della Procura capitolina. I magistrati hanno immediatamente aperto un fascicolo che fotografa la gravità della situazione. L’indagine, per la serietà delle conseguenze, procede contro ignoti per i reati di disastro e omicidio.
Si tratta di un atto che sottolinea l’agghiacciante scia lasciata dai due distinti cedimenti strutturali avvenuti nella mattinata di ieri presso la Torre dei Conti. L’attenzione degli inquirenti si è focalizzata da subito sull’intero cantiere, con l’obiettivo di ricostruire ogni singola fase dei lavori. Nel mirino ci sono in particolare i ponteggi installati per le operazioni e la correttezza del progetto di restauro stesso, che avrebbe dovuto assicurare la stabilità del bene storico.

L’inchiesta dovrà chiarire se siano state rispettate tutte le procedure necessarie alla messa in sicurezza. Un elemento centrale è emerso dalle prime comunicazioni ufficiali della Sovrintendenza. L’ente ha specificato che, prima dell’inizio dei lavori, erano state eseguite tutte le prove di idoneità statica previste, attestando che la struttura era formalmente in grado di sostenere l’intervento.
Questo dettaglio solleva un’ulteriore, pesantissima incognita: se i test preliminari erano regolari, il cedimento potrebbe essere nato da un‘esecuzione errata delle opere, da un difetto non rilevato o da un errore di calcolo sul peso delle strutture provvisorie. L’ombra di un’omissione o di una negligenza nel cuore della Città Eterna si fa sempre più lunga.