
Sappiamo che mercoledì, pur non essendo giorno di colloqui per i detenuti del reparto di infermeria del Montorio, i genitori di Turetta avrebbero dovuto incontrare il figlio per la prima volta dal suo arresto ma hanno deciso di non farlo.
Questo lo psichiatra lo comprende, comprende che sia normale prendersi del tempo, trovandosi in piena “tempesta emotiva fatta di profondo disconoscimento verso un figlio che credevano modello”. In questi giorni così concitati, tra autopsia e interrogatorio di Filippo al pm, Crepet si è svariate volte espresso in interviste rese a mezzo televisivo o a mezzo stampa.
I genitori di Filippo Turetta hanno deciso di non incontrare Filippo, che, sin dal suo arrivo in penitenziario, ha chiesto insistentemente di vederli. Nel programma “In altre parole”, condotto da Massimo Gramellini e in onda su La7, il giornalista ha avuto in collegamento con lo studio Paolo Crepet e gli ha chiesto, senza giri di parole, secondo lui, il perché la madre e il madre del Turetta abbiano deciso di non incontrarlo. Lo psichiatra ha risposto: “Per l’eco dei sensi di colpa, che è terribile”.

Crepet, come riportato da Il Tempo, ha proseguito: “Forse ti vuoi posticipare una domanda terribile: ‘Che colpa ne ho?’ Diceva Pasolini: ‘Quando un figlio sbaglia, per il 50% è colpa del ragazzo e per il 50% dei padri”. Non ha dubbi sul atto che la colpa di quanto di grave succede nel mondo sia di chi educa i figli.
Il saggista ha proseguito: “Parole bellissime. Parole bibliche. Il nostro esempio non è solo ‘Fai così, ma tu come sei? Quanto parli a cena? Quanto interrompi i loro silenzi?”. “Quanto sei capace di essere controcorrente a quella voglia di stare da parte? Un insegnante è un provocatore, non può adattarsi alla calma piatta. Se c’è un ragazzo che esce dal gruppo, lo vai a prendere per la giacca”. A quel punto, il conduttore gli ha chiesto perché sia stato solo il padre di Filippo a parlare, dal momento in cui era chiaro che il figlio fosse fuggito. Anche su questo, le parole dello psichiatra sono state dure e schiette: “Bella domanda. Forse perché la madre si sente ancora più in colpa. Probabilmente stiamo azzardando delle ipotesi, non conosciamo la famiglia”. E voi, cosa ne pensate? Siete d’accordo con lui?