Intervistato da Il Gazzettino, Paolo Crepet ha espresso la sua opinione sulla trap che, secondo lui, “non è musica, è rumore. E fa danni“. I testi dei trapper , ha aggiunto, “non parlano certo di amore e speranza”, ma “propongono un modello di vita fondato su soldi, auto di lusso, orologi costosi”.
Questo, dice Crepet, comporterebbe una frattura con la realtà. L’esperto ha aggiunto: “Chi non può permettersi queste cose diventa frustrato”, e la frustrazione ,“porta alla violenza” perché “non siamo coerenti”.
Ha colpito anche gli adulti, che concedono ai ragazzini di 14 anni la possibilità di “fare tutto”. E’ doveroso riconoscere le conseguenze, in quanto, a suo dire, non ci sarebbe coerenza, motivando così il suo pensiero: ” Se uno può tornare a casa alle 4 di mattina, allora dovrebbe anche poter firmare un contratto. Invece no. Non siamo coerenti“.
Il futuro dei giovani è tremendo, con l’intelligenza artificiale che si sta mangiando tutto, mestieri compresi, generando un senso di frustrazione che diventa rabbia. Per Paolo Crepet, se si vuole costruire una società migliore, bisogna partire dalle città, che devono tornare ad essere un ambiente sociale fatto di stimoli e relazioni.
Librerie, teatri e cinema presenti nelle città italiane, sono luoghi fondamentali per “creare relazioni sane”, con nuove opportunità per una socialità costruttiva. Se manca questa, l’unica alternativa per molti giovani è quella di ritrovarsi “in un locale, bere e poi attaccare briga e far rissa con qualcuno mentre un altro riprende tutto col telefonino, per farlo finire sui social“. Crepet ritiene che gli adulti devono tornare ad essere tali smettendola di fare a gara con i figli a chi è più adolescente, per riappropriarsi della loro responsabilità di guida genitoriale. Un duro colpo basso, quello inferto da Crepet alla musica trap e una dura critica quella mossa agli adulti. E voi, cosa ne pensate?