Il vaccino AstraZeneca è stato uno strumento importante nella lotta contro il Covid-19, offrendo una forte protezione con un’efficacia complessiva del 76%. Sebbene inferiore rispetto ai vaccini Pfizer e Moderna, il vantaggio principale del vaccino Oxford/AstraZeneca risiedeva nella sua robustezza, grazie alla resilienza degli adenovirus.
Questo lo rendeva ideale per essere trasportato in tutto il mondo e ha giocato un ruolo fondamentale nella vaccinazione di persone nei paesi a basso reddito. Nel solo 2021, sono state somministrate circa 2,5 miliardi di dosi del vaccino, salvando circa 6,3 milioni di vite .Tuttavia, come ogni vaccino, anche quello AstraZeneca non è privo di rischi.
I decessi sono stati collegati a una condizione molto rara nota come trombosi con sindrome trombocitopenica (TTS), che provoca lo sviluppo di coaguli di sangue potenzialmente letali in varie parti del corpo. Questo rischio sembra essere più elevato tra i soggetti di età inferiore ai 60 anni, in particolare tra le giovani donne.
La causa precisa di questa reazione avversa è ancora oggetto di studio, ma sembra che l’adenovirus nel vaccino possa legarsi accidentalmente a una piccola proteina chiamata fattore piastrinico 4 (PF4), scatenando una risposta immunitaria che porta alla formazione di coaguli di sangue. È importante sottolineare, però, che il rischio di TTS è significativamente inferiore rispetto al rischio di sviluppare coaguli a causa dell’infezione da Covid-19 stessa.
Uno studio del 2021 ha evidenziato che il numero di casi di TTS causati dal vaccino AstraZeneca era molto minore rispetto ai casi di coaguli derivanti dall’infezione da Covid-19. Inoltre, la ricerca ha dimostrato che il rischio di TTS era inferiore dopo la seconda dose di vaccino rispetto alla prima e che gli effetti collaterali gravi si manifestavano entro tempi relativamente brevi dalla somministrazione del vaccino. Nonostante questi rischi, gli esperti concordano sul fatto che i benefici della vaccinazione superino di gran lunga i rischi associati.