Coronavirus e variante Omicron, arriva la conferma dello studio: ecco cosa hanno scoperto (2 / 2)

Purtroppo in molti considerano i contagi legati alla variante Omicron 5 alla stregua di un’influenza e nulla di più. Dispiace dirlo, dispiace dare questa delusione ma si tratta di un errore bello e buono, soprattutto in vista della stagione autunnale quando il virus circolerà anche di più, colpendo fragili e anziani, con tanto di aumento della pressione sugli ospedali. La Omicron 5,  in meno di 5 mesi, ha fatto quasi 22mila vittime, meno delle ondate precedenti ma comunque il triplo dei morti che fa una intera stagione influenzale. Capiamo bene che non si può sminuire una variante del genere a influenza.

Quindi dobbiamo metterci l’anima in pace, preparandoci al terzo autunno col virus. In che modo si potrebbero contenere i contagi? In primis con un vaccinato adattato alla Omicron, da somministrare quanto meno agli over 50, in farmacie e presso gli studi dei medici di famiglia; studiare un piano che renda più flessibile muoversi negli ospedali, dove magari ci sono molti positivi, magari anche asintomatici, ma che bloccano le altre cure e allungano le liste di attesa.

Vanno definite le regole sull’isolamento dei positivi, magari abolendo la quarantena per i contagiati asintomatici, per evitare gravi carenze di personale nel settore dei servizi pubblici e degli uffici; occorre pensare ad una nuova campagna vaccinale di massa con un nuovo vaccino, adattato ad Omicron.

Cosa sta succedendo in Italia? Ancora dubbio dove somministrare i vaccini, se nelle hub o in farmacie e studi medici, occorrerà definire meglio la situazione positivi negli ospedali, tramite percorsi flessibili, proprio per non intralciare le cure somministrate a pazienti che soffrono di gravi e severe patologie, con rischio di notevoli allungamenti delle liste d’attesa.

Infine, si potrebbe ricorrere maggiormente agli antivirali. Il Paxlovid, per esempio, è prescrivibile ora anche a tutti gli over 65. Occorre la ricetta Ssn e si può ritirare in farmacia ma, nonostante eviti il ricovero all’80% dei contagiati, è stata prescritta solo a 4 mila italiani, in quasi 2 mesi, difronte a 600 mila dosi disponibili. Dati che invitano a riflettere. Non vi pare?