In queste ore il Gip di Venezia, coadiuvato dalla perizia del medico legale, ha tentato di ricostruire gli ultimi istanti di vita di Giulia Cecchettin, il cui corpo è stato poi ritrovato nei pressi del lago di Bracis. Secondo questa ordinanza, il killer avrebbe sferrato la prima coltellata alle 23.18, per poi continuare a colpire la 22enne con calci e pugni.
Dopo averla fatta rientrare forzatamente in auto ed averle serrato la bocca, la giovane tenta di fuggire, ma dopo pochi metri Turetta la raggiunge spingendola a terra e facendole sbattere la testa. Carica poi nuovamente in auto la povera Giulia, ormai sfinita e priva di sensi.
A completare questa prima ricostruzione della procura veneta il report del medico legale che ha proceduto, sin dalle ore successive al ritrovamento, ad una prima ispezione del corpo. Il quadro emerso è raccapricciante: la 22enne di Vigonovo sarebbe stata colpita da 26 coltellate, uno di quelli da cucina lungo 12 cm, inferte sul collo e sul capo.
Lo specialista ha affermato testualmente che le ferite sono state rilevate “al volto, al collo, alle braccia, alle gambe… riconducibili all’azione di una o più armi bianche. Dinamica omicidiaria volontaria perpetrata mediante plurimi colpi, con tentativo di difesa da parte di Giulia e successivo occultamento del corpo”.
Nell’auto di Turetta, la fiat grande punto nera, la polizia tedesca ha rinvenuto in una borsa proprio quella che potrebbe essere l’arma del delitto. Per il resto erano presenti anche un paio di guanti, un telefono cellulare e circa 300 euro in contanti.