Colera, caso confermato in Italia: attenzione a questo sintomo, si trasmette così… (2 / 2)

L’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha confermato un caso di colera in Italia. Il paziente, ricoverato in terapia intensiva alla Poliambulanza di Brescia, è risultato positivo al Vibrio Cholerae sierogruppo O1, sierotipo Ogawa, responsabile dell’infezione. Il caso era stato segnalato il 31 gennaio, e le analisi successive hanno confermato la diagnosi.

L’uomo, 29 anni, è rientrato dalla Nigeria il 29 gennaio e ha manifestato i primi sintomi lo stesso giorno, tra cui diarrea, vomito e disturbi gastrointestinali. La Direzione Generale Welfare della Lombardia ha precisato che non si tratta di un caso autoctono, poiché il contagio è avvenuto all’estero.

Il paziente è in prognosi riservata ma vigile, mentre le autorità sanitarie monitorano la situazione. Al momento, i suoi contatti stretti non presentano sintomi, ma sono sottoposti a controlli e sorveglianza sanitaria. Secondo Regione Lombardia, ISS e Ministero della Salute, non sussistono rischi di sanità pubblica. Il colera è un’infezione acuta altamente contagiosa causata dal batterio Vibrio Cholerae. Come si trasmette questo batterio? Quali sono i sintomi?

Si trasmette per via orale attraverso acqua o cibi contaminati da materiale fecale. Gli alimenti più a rischio sono quelli crudi o poco cotti, in particolare i frutti di mare. Il batterio può sopravvivere in ambienti naturali come fiumi salmastri e zone costiere. Il contagio diretto tra persone è raro. Dopo un’incubazione di 24-72 ore, i sintomi variano da lievi a gravi, con diarrea acquosa, vomito e crampi muscolari che possono causare disidratazione potenzialmente letale.

La terapia principale è la reidratazione: nel 90% dei casi, la somministrazione orale di soluzioni saline è sufficiente, mentre nei casi più gravi si ricorre alla somministrazione endovenosa di liquidi. Gli antibiotici possono ridurre la durata e la gravità della malattia. La situazione in Italia resta sotto controllo e le autorità sanitarie continuano a monitorare eventuali sviluppi per prevenire la diffusione della patologia.