Perdere la vita per una neoplasia colpisce sempre profondamente, soprattutto quando riguarda persone giovani e attive, come Claudia Adamo, ex responsabile di Rai Meteo. La sua scomparsa ha suscitato forte commozione, anche se i dati generali indicano un miglioramento significativo nella lotta contro la neoplasia.
“È sempre difficile assorbire una notizia così dura, specie quando colpisce una figura ancora nel pieno della vita”, sottolinea Francesco Perrone, presidente dell’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), in un’intervista all’Adnkronos Salute. In Italia, tra il 2006 e il 2021, la mortalità per neoplasia nelle donne sotto i 50 anni è calata del 21%, e del 28% negli uomini della stessa età.
Merito dei progressi nelle terapie, spiega Perrone, più che della diagnosi precoce, poiché mancano programmi di screening per la maggior parte dei tumori giovanili. Tra i tumori con i migliori risultati c’è quello alla mammella, che nelle donne ha visto una riduzione della mortalità del 31%. Tra gli uomini, spiccano i miglioramenti contro la neoplasia al polmone.
Ma restano forme particolarmente aggressive come la neoplasia al pancreas, dove i progressi terapeutici sono stati ancora limitati. Secondo Perrone, è fondamentale continuare a investire nella ricerca scientifica, l’unica strada per affrontare efficacemente anche le neoplasie più difficili. A livello globale, però, l’incidenza della neoplasia tende a crescere, anche per l’aumento dei fattori di rischio come inquinamento, cambiamenti climatici, fumo e consumo di alcol.
“Abbiamo ridotto il tabagismo, ma non abbastanza”, aggiunge l’oncologo. Anche le abitudini salutari come una dieta equilibrata e l’attività fisica restano poco diffuse. Il messaggio è chiaro: promuovere stili di vita sani e spingere le istituzioni a contrastare i fattori ambientali di rischio può ridurre le diagnosi e, soprattutto, prevenire episodi che lasciano un segno profondo.