Il suo pubblico lo conosceva come Bruno, bimbo indimenticabile di Ladri di biciclette, capolavoro neorealista diretto da Vittorio De Sica. Era il volto puro, innocente, di un piccolo italiano, uscito dagli anni bui bellici e con la sua dipartita, si chiude un’epoca. ,
Enzo Staiola si è spento a Rom a 85 anni. dopo una carriera costellata di successi, sebbene tutti lo associno a Bruno, il figlio di Antonio Ricci (Lamberto Maggiorani). Fu  Vittorio De Sica a notarlo mentre camminava per strada e lo scelse senza che lui avesse mai studiato recitazione. Nessuno , forse nemmeno lui, si sarebbe aspettato tutto questo successo.
La pellicole leggendaria che lo ha consacrato al pubblico, uscì nel 1948 e vinse numerosi riconoscimenti internazionali, tra cui l’Oscar al miglior film straniero nel 1950. Staiola, a soli nove anni, con un solo film, è divenuto il volto e l’espressione di quella complessa e delicata stagione del cinema italiano.
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Dopo il successo di Ladri di biciclette, Staiola ha recitato in Cuori senza frontiere di Luigi Zampa e La contessa scalza di Joseph L. Mankiewicz, dove recitò accanto a mostri sacri come Humphrey Bogart, Ava Gardner e Rossano Brazzi ,lasciando il cinema per divenire nsegnante di matematica e lavorando come impiegato presso il catasto di Roma, sino al 1977, anno in cui  fece una breve apparizione nel film La ragazza dal pigiama giallo di Flavio Mogherini.
Eppure tutti lo ricordano per aver interpretato il piccolo  Bruno, diventato il simbolo dell’amore filiale, della povertà dignitosa, del dolore visto attraverso lo sguardo di un bambino innocente. Non possiamo che stringerci attorno ai familiari del grandissimo attore deceduto, porgendo loro le nostre più sentite condoglianze.