La Diocesi di Bolzano-Bressanone , da gennaio di quest’anno, ha adottato misure specifiche nei confronti di don Giorgio Carli, sacerdote che, in passato, è stato accusato di abusi sessuali su una minorenne, al termine di una vicenda giudiziaria molto complessa in quanto è stato assolto in primo grado, poi condannato in appello a sette anni e sei mesi, con la Cassazione che ha annullato la sentenza per prescrizione, confermando però la responsabilità civile
Il caso si è concluso con un accordo extragiudiziale che prevede un risarcimento danni alla ragazzina. Una perizia, commissionata allo studio legale Westpfahl – Spilker – Wastl di Monaco di Baviera, ha preso in rassegna gli abusi nella diocesi commessi tra il 1964 e il 2022, e i vertici diocesani hanno istituito un gruppo interdisciplinare di sei esperti: tre interni e tre esterni.
Nel caso di don Carli, la diocesi ha imposto tre condizioni specifiche: obbligo di seguire un percorso psicologico, divieto di attività pastorali con bambini e adolescenti senza la presenza di altri adulti, e supervisione continua con feedback regolari. Il vescovo Ivo Muser ha incontrato sacerdoti e presidenti dei consigli pastorali parrocchiali in Alta Pusteria , dichiarando loro. “Mi assumo consapevolmente la responsabilità dell’impiego di don Giorgio Carli”.
La diocesi ha ribadito che la tutela dei minori è la priorità assoluta e che don Carli “accetta con assoluta applicazione e serenità queste misure”. L’inserimento del sacerdote è stato accompagnato da un confronto preventivo con le comunità locali, ma troppi sono ancora gli interrogativi, in primis, questo: se ci sono rischi, perché un parroco deve essere lasciato al servizio delle comunità?
La diocesi ha annunciato ulteriori iniziative sul piano istituzionale e formativo. Il prossimo 7 novembre, al Centro pastorale di Bolzano, si terrà il convegno «Il coraggio di agire», durante il quale saranno illustrate nel dettaglio le raccomandazioni del gruppo di esperti e la loro applicazione concreta nei diversi casi.