Choc all’obitorio, esce da dentro un sacco per cadaveri (2 / 2)

Il protagonista, suo malgrado, di questa assurda vicenda , è il 55enne Kevin Reid, che, sulla base di un rapporto stilato presso il Rockingham General Hospital, nosocomio australiano in cui era ricoverato per cure palliative, era stato identificato come deceduto. Così la sua “salma” è stata trasferita nell’obitorio dello stesso ospedale in cui sarebbe deceduto (non è un caso l’utilizzo del condizionale). Il povero Kevin, che non era affatto morto, a quel punto, avrebbe tentato di uscire dal sacco per cadaveri nel quale era stato collocato.

I fatti sono accaduti il 5 settembre 2022, quindi pochissimi giorni fa. Il personale infermieristico, dopo aver decretato il decesso dell’uomo, ha informato i suoi familiari dell’avvenuto trapasso, trasferendo la salma in obitorio, senza però rilasciare un certificato di morte. Il personale infermieristico ha riferito al medico di turno che il corpo di Reid era stato sistemato in obitorio con gli occhi chiusi, in posizione di riposo, e con un abito pulito. Ma il medico ha sempre fornito un’altra versione dei fatti, dichiarando che, il giorno successivo, nel recarsi nell’obitorio della struttura ospedaliera, Reid aveva gli occhi aperti, con del sangue fresco sul petto.

A tutto questo scenario, si sono aggiunti dettagli altrettanto agghiaccianti, in quanto il cadavere giaceva in una posizione diversa rispetto a quella descritta dal personale che la sera precedente lo aveva collocato lì. Il sacco per cadaveri, peraltro, era stato aperto, lasciando pensare che l’uomo potesse essere stato trasportato ancora vivo in obitorio e che avesse tentato di fuggire. Il sito Business News ha affermato di aver certificato la morte come avvenuta il 6 settembre, ma che i funzionari dell’ospedale avrebbero chiesto di retrodatare il decesso dell’uomo al 5 settembre.

Il medico di turno, dopo questo terribile fatto di cronaca, ha lasciato l’ospedale. Secondo coloro che si stanno occupando del caso, portato all’attenzione della magistratura australiana, il povero Reid, ricoverato presso il reparto di cure palliative dell’ospedale, resosi conto di essere stato, per errore, spacciato per morto, ha tentato disperatamente di liberarsi da quell’involucro di plastica in cui è stato rinchiuso ed è morto per intenso e prolungato sforzo fisico.

I graffi e le ferite ritrovate sul suo corpo corrispondono ai suoi molteplici tentativi di uscire vivo dal sacco. I sospetti, secondo i rumors, si concentrano sull’infermiera caposala che, senza chiedere il parere di un medico, ha provveduto a mettere Reid in un sacco, facendolo trasportare in obitorio. I parenti della vittima chiedono giustizia e sul caso indagano i magistrati.