Chiara uccisa a 13 anni in modo agghiacciante dalla mamma (2 / 2)

Il comune di Silì, in provincia di Oristano, piange la prematura quanto improvvisa dipartita di una sua giovanissima concittadina, Chiara Carta, che aveva solo 13 anni. La sua è una storia dalle tinte forti, attorno alla quale, in queste ore, gli inquirenti stanno cercando di fare, il più possibile, chiarezza.  Chiara è stata uccisa dalla madre che ha successivamente tentato il suicidio.

Venti coltellate all’altezza dell’addome, inferte con un taglierino e il cavo del caricabatterie stretto attorno al collo, come un cappio. Così è stata uccisa Chiara da colei che l’ha messa al mondo, all’interno delle mura domestiche, nel bagno dell’abitazione in cui viveva con i genitori. A porre fine alla sua esistenza, la madre, Monica Vinci che, subito dopo averla ammazzata, ha cercato di suicidarsi, gettandosi dalla finestra. 

A seguito dell’allarme di un passante, è stato il padre a rinvenire il corpo della figlia in una pozza di sangue e, dai primi accertamenti, pare che la ragazzina abbia provato in tutti i modi a difendersi. Questo si evincerebbe dal caos per tutta l’abitazione e dalle ferite sulle sue mani… un disperato tentativo di sfuggire alla morte che, alla fine, ha avuto il sopravvento. Per la 13enne non c’è stato nulla da fare mentre la madre, dopo un volo di 5 metri dalla finestra, è stata soccorsa sull’asfalto, e trasferita presso l’ospedale Santissima Annunziata di Sassari, nel reparto di Psichiatria. La Vinci ha riportato un trauma cranico e una frattura al bacino.

Ma qual è il movente di questa immane tragedia? Stando alle prime indiscrezioni, pare che la donna soffrisse da tempo di depressione e che fosse disoccupata. A questo si era aggiunta la separazione tra lei e il marito, a cui era conseguito che la ragazza era rimasta a vivere con la madre. Il padre della povera Chiara, agente della Polizia Locale, ha scritto una straziante lettera rivolta alla figlia uccisa: “Non potrai leggermi ma il mio cuore vuol comunicare con la tua anima. Sin quando sarò vivo continuerai a essere il mio primo pensiero, ogni giorno”.

Essendoci ancora troppi dubbi da chiarire, in particolare sul movente dell’omicidio, spetterà, in queste ore, agli agenti della Squadra mobile della questura di Oristano, far luce sull’accaduto.Dolore, sofferenza, strazio, si percepiscono dai compagni di classe e dalla dirigente dell’Istituto Comprensivo 1 che le hanno dedicato questo messaggio d’addio: “La tua giovane vita, ancora in boccio, è stata spezzata dalla solitudine della disperazione. Ci sentiamo tutti inermi di fronte a tragedie di questa natura e proviamo a chiederci perché accadono, senza trovare alcuna risposta”.