Chiara Petrolini, l’interrogatorio della mamma dei due neonati sepolti (2 / 2)

Era un giorno attesissimo, quello di oggi,  ossia quello dell‘interrogatorio di garanzia della Petrolini dinnanzi al gip ma la studentessa 22enne  ha deciso di avvalersi del diritto di non rispondere alle accuse che le sono state mosse dalla procura parmense.

La scelta difensiva  della ragazza  è stata quella di osservare il silenzio, come riportato su alcuni dei più autorevoli quotidiani nazionali che si stanno occupando del caso dei due neonati sepolti in  giardino. L’Ansa, in particolare, ha messo nero su bianco le parole del legale difensore di Chiara, l’avvocato Nicola Tria. 

All’uscita del tribunale di Parma , il legale, così come riportato dall”autorevole agenzia stampa, ha dichiarato:  “Chiara si è avvalsa della facoltà di non rispondere oggi, una scelta tecnica diciamo, è ovvio che questo non significa e mi preme chiarirlo che in un altro momento non possa rendere dichiarazioni o sottoporsi a interrogatorio. Così come ha fatto anche, come vi è stato raccontato, in due circostanze in precedenza, una volta presentandosi spontaneamente, una volta essendo interrogata. Quindi questa ripeto è una scelta strettamente tecnica quella di oggi. E’ stata interrogata e io credo abbia anche fornito un contributo per nulla irrilevante per la ricostruzione dei fatti”.

 

Il legale, come riportato dall‘Ansa, ha aggiunto testuali parole che riprendiamo tali e quali dall’agenzia stampa: “Colgo l’occasione  per dire una cosa che mi preme: la famiglia tutta chiede che si rispetti in qualche modo la riservatezza di ciascuno dei suoi componenti, la sofferenza che questa vicenda ha causato e sta causando e che si rispetti anche il legittimo silenzio che hanno scelto di mantenere in questa vicenda. Una vicenda tremenda qualunque punto di vista la si voglia guardare e anche particolarmente complessa io credo”.

L’avvocato difensore della Petrolini ha precisato che la sua assistita “ha parlato due volte con gli inquirenti  e non è escluso che lo faccia nuovamente” per poi chiosare, riferendosi ai giornalisti: “Ultima cosa, non ho intenzione di partecipare a processi paralleli sui media, di anticipare scelte o strategie difensive, sono fermamente convinto che al di là del clamore mediatico che c’è su questa vicenda e del valore del vostro lavoro,  i processi si fanno in tribunale e quello è l’unico luogo esclusivo in cui si accertano le responsabilità e si ricostruiscono i fatti”.