Chiara Cappa a verbale: "Chiara colpita probabilmente con un alare da camino" (2 / 2)

Sono passati diciott’anni dalla soppressione di Chiara Poggi, ma la vicenda di Garlasco continua a riservare colpi di scena che rimettono in discussione quanto finora creduto. In questi giorni, al centro delle attenzioni investigative ci sono le dichiarazioni messe a verbale il 15 agosto 2007 da Paola Cappa, cugina della ragazza scomparsa, che indicava come possibile  strumento del delitto un alare da camino. Parole che allora sembravano ipotesi come tante, ma che oggi, alla luce della riapertura delle indagini, assumono contorni ben più significativi.

A due giorni dalla scomparsa della Poggi, Cappa segnalava la possibilità che Chiara fosse stata colpita alla testa con oggetti trovati in casa, suggerendo in particolare l’alare, e ipotizzava anche un movente legato a presunte avances respinte da parte di un uomo dell’ambiente lavorativo della giovane, tra Pavia e Milano.

Queste affermazioni tornano d’attualità grazie alla scoperta recente, nella roggia di Tromello, di una serie di oggetti metallici tra cui proprio un attizzatoio, un martello da muratore e persino una parte d’ascia.  Tutti elementi ora al vaglio degli inquirenti per verificare eventuali compatibilità con le contusioni rinvenute sul corpo della malcapitata.

I reperti, recuperati in un punto d’acqua nei pressi dell’abitazione della nonna delle gemelle Cappa, sono stati segnalati da un super testimone che, secondo quanto riportato dalla trasmissione Le Iene, avrebbe visto Stefania Cappa, sorella gemella di Paola, entrare nella casa con un borsone poco prima che si udisse un tonfo nell’acqua. L’attuale inchiesta, condotta nel massimo riserbo dal procuratore Fabio Napoleone, sembra voler colmare le lacune lasciate da un’indagine che, per anni, si è concentrata esclusivamente su Alberto Stasi, condannato in via definitiva. Ora però si torna a parlare di altri possibili scenari, come quello che coinvolge Andrea Sempio, amico dell’allora fidanzato di Chiara, che in più occasioni, tra il 4 e l’8 agosto, avrebbe chiamato la casa Poggi pur sapendo che Marco era in vacanza, apprendendo quindi che Chiara era da sola. Un dettaglio che oggi fa riflettere in relazione alla premeditazione e alla conoscenza delle abitudini della giovane.

Le indagini odierne, supportate da nuove analisi genetiche sui reperti mai esaminati, prevedono anche la raccolta del Dna delle gemelle Cappa, che frequentavano spesso la casa della cugina. Il loro coinvolgimento, come sottolineato, è solo finalizzato all’esclusione in caso di riscontro femminile sui reperti. Tuttavia, il solo fatto che si torni a scavare attorno a loro suggerisce una nuova direzione investigativa, fino a pochi anni fa ritenuta remota. Se le analisi confermassero che l’attizzatoio o il martello ritrovati sono compatibili con le ferite di Chiara, si aprirebbe un nuovo capitolo giudiziario e mediatico, destinato a riaprire vecchie ferite e a riscrivere una verità che, per lungo tempo, si è ritenuta definitiva. Un fatto che, al di là dell’aspetto giudiziario, impone una riflessione sull’importanza di non trascurare alcuna ipotesi in fase investigativa, specialmente in casi così gravi e complessi.