Emanuele Di Maria, l‘uomo in fuga a Milano, sospettato di aver aggredito un collega nei pressi dell’Hotel Berna, nove anni fa, si era macchiato di un delitto. Ma cosa sappiamo di lui? Ha 35 anni, è casertano, è alto 173 cm con i capelli corti e gli occhi neri e ha entrambe le braccia tatuate con una frase latina.
Di Maria, detenuto nel penitenziario di Bollate, era fuori in permesso perché ammesso al lavoro esterno come receptionist nell’albergo, nella stessa struttura in cui lavora il collega, che lui ha colpito, attualmente in gravi condizioni, sebbene quest’ultimo avesse mansioni diverse, lavorando nella caffetteria del bar.
Di Maria, nel pomeriggio di ieri, non si sarebbe presentato sul posto di lavoro e non sarebbe rientrato in penitenziario. L’allarme era scattato ancora prima del rinvenimento del collega, un 50enne egiziano, a terra, dopo essere stato colpito da fendenti al collo e al petto, nei pressi dell’hotel.
Emanuele, il 22 gennaio del 2018, nella cittadina di Weener, venne arrestato, in quanto ritenuto responsabile del delitto di Oumaima Racheb, 23enne tunisina, avvenuto il 31 Gennaio 2016, nella zona di Castelvolturno, nel Casertano, nei pressi dell’ex Hotel Zagarella. Tramite accurate indagini, compreso il sopralluogo presso l’ex Hotel Zagarella , tramite intercettazioni e testimonianze, Di Maria finì in manette.
Il teste chiave, all’epoca dei fatti, fu un extracomunitario che dimorava proprio presso l’ex HotelZagarella, che avrebbe inseguito Emanuele, raggiungendolo, ma venne poi minacciato con la stessa lama con cui aveva tolto la vita alla 23enne, pugnalandola al viso. A incastrarlo furono le immagini dei dei sistemi di videosorveglianza di tutti gli esercizi pubblici e delle abitazioni private presenti lungo il percorso di fuga dell’omicida.