C’è il riscontro tra le chiazze trovate poco lontano da casa Cecchettin e il Dna di Giulia (2 / 2)

Più passano le ore e più cresce l’ansia dei famigliari di Giulia Cecchettin, che vedono sempre più ridotte ad un lumicino le speranze di ritrovarla sana e salva. Inoltre i suoi cari erano a conoscenza della possessività del suo ex fidanzato, che mai si era rassegnato alla fine della loro storia d’amore, continuando a pressarla anche in queste ultime settimane.

L’imponente macchina delle ricerche, composta da sommozzatori, unità cinofile, carabinieri e protezione civile, oltre che di una schiera di una sessantina di volontari, è attiva su tutti i fronti per cercare indizi sulla scomparsa dei due giovani: nei fiumi, nella boscaglia, nei campi incolti e nelle case abbandonate.

Dopo ore di ricerche, nella tarda mattinata di ieri, intorno alle 13, i sommozzatori si sono resi protagonisti di un ritrovamento che ha fatto allarmare tutti: stavano scandagliando il fiume Muson quando hanno rinvenuto un pezzo di tessuto bianco impigliato in una rete metallica; è stato poi consegnato agli investigatori per le analisi.

Pare ormai evidente, visto appunto l’enorme dispiegamento di soccorritori, come per gli inquirenti le speranze di ritrovare in vita la ragazza sono sempre più remote anche alla luce dei ritrovamenti di queste ultime ore.

Contestualmente alle analisi del tessuto rinvenuto nel fiume, si attendono infatti anche gli esiti del confronto tra le tracce di sangue trovate a Fossò in un parcheggio della zona industriale e il dna di Giulia; insieme al sangue verranno analizzati anche alcuni capelli raccolti nello stesso luogo. Quello che più si teme si potrebbe materializzare nelle prossime ore con i risultati delle analisi di questi resti, ma il cerchio si stringe e le probabilità che siano tracce appartenenti alla 22enne sono sempre più concrete. Si attendono aggiornamenti sulle conferme finali.