Castello delle cerimonie, chi era davvero “il boss” (2 / 2)

Donna Imma, ha preso il posto del suo famoso padre, Antonio Polese, meglio conosciuto come il Boss delle Cerimonie, non appena l’uomo è venuto a mancare, nel 2016, a causa di un infarto, sebbene i telespettatori non lo abbiamo mai dimenticato. Aveva 80 anni quando ha lasciato la dimensione terrena ma il suo volto così solare resta impresso nelle menti di tutti noi.

Antonio Polese  era il proprietario de La Sonrisa, vicino Napoli, oggi conosciuta come il Castello delle Cerimonie, una struttura alberghiera con  41 anni  di storia alle spalle che, in tutto questo tempo, specie dopo la serie di Real Time che la vede protagonista, è diventata una delle più famose e gettonate della Campania.

Non è stato facile per Donna Imma  prendere le redini di una gestione così avviata e complessa, ma l’obiettivo è sempre lo stesso: quello di rendere indimenticabile il giorno del matrimonio a tutti i clienti che si rivolgono a lei.   In tanti si chiedono chi era il boss delle Cerimonie da giovane.

Funerali di Alvaro Vitali, Verdone a bocca aperta quando arriva lei in Chiesa Funerali di Alvaro Vitali, Verdone a bocca aperta quando arriva lei in Chiesa

Possiamo dirvi che ci sono cinque aneddoti che in pochi conoscono sul suo conto, dunque su Antonio Polese prima della notorietà televisiva.  Apprendiamo a mezzo stampa che quando era un ragazzo, aveva il sogno di diventare ciclista ma le cose sono andate diversamente.

E’ diventato  un macellaio  e poi  imprenditore.  Era un appassionato di lettura, di piano e di  musica napoletana, al punto da stringere importanti collaborazioni con cantanti neomelodici di fama nazionale, D da Mario Merola a Gigi D’Alessio. La Sonrisa,  quindi la famosa struttura alberghiera di cui era proprietario, è diventata la cornice del  programma di RAI 1  “Napoli prima e dopo”,  dedicato alla musica partenopea. Su di lui è stato fatto anche un film, da Matteo Garrone. La pellicola si chiama “Reality”. Chi conosce il programma di Real Time sa   che il Nido di rondine,  era uno dei piatti must dell’attività.