Caso Sharon, la rivelazione: "Ecco cosa mi ha chiesto" (2 / 2)

 

Moussa Sangare ha seguito Sharon Verzeni, l’ha bloccata,  e  nel suo racconto, volto a ricostruire gli ultimi istanti di vita della povera barista 33enne, ha  detto che  lei «guardava le stelle con le cuffiette»,  quando l’ha colpita,  puntando al cuore, per poi infliggerle altri tre fendenti e  fuggire in sella alla sua bici a tutta velocità.

Mentre Sharon,  con le cuffiette, guardava le stelle in cielo, lui le ha detto:  “Scusa per quello che ti sto per fare e l’istante  prima di  farla fuori, lei gli ha chiesto:  “Perché, perché?”.  Queste sono state le ultime due parole pronunciate dalla povera  ragazza prima di andare incontro, inconsapevolmente, alla morta, per mano di uno sconosciuto che era uscito di casa  con l’intento di togliere la vita a qualcuno.

Nel corso del lungo interrogatorio, Moussa Sangare ha ripercorso cosa  ha fatto quella maledetta sera in cui  ha freddato  Sharon, e le sue parole, pronunciate dinnanzi a inquirenti e investigatori, sono raggelanti.

 

Tornato a casa, stranamente senza aver  fumato  e senza bere  birre fino a ‘sballare’,  è  uscito nuovamente, con un coltello, recandosi da Suisio, il paese dove abitava, a Terno d’Isola. Nel suo percorso, ha incontrato due ragazzini cui ha mostrato l’oggetto con cui ha poi commesso il delitto. Vedendo Sharon passeggiare, verso l’una di notte,  e che ” “guardava le stelle in cielo, con le cuffiette”,  nella piazza di Terno, in sella alla sua bici si è avvicinato a lei, afferrandola da dietro.

L’ha colpita al cuore, dicendole  “Scusa per quello che ti sto per fare”.  Dopo il primo fendente, lei gli ha  chiesto: “Perchè? Perchè?”. Sharon, purtroppo, non ce l’ha fatta, è deceduta poco dopo aver telefonato al 118, riuscendo solo a dire: “Mi ha accoltellata”.