
Nel corso delle indagini sul delitto di Pierina Paganelli, avvenuta a Rimini il 3 ottobre 2023, è emerso un nuovo elemento chiave: il figlio della donna, Giuliano Saponi, ha formalmente consegnato il proprio telefono alla polizia, manifestando la ferma convinzione che l’unico indagato, Louis Dassilva, sia il responsabile del delitto.
Secondo Saponi, gli elementi raccolti sino a oggi avvalorerebbero il coinvolgimento di Dassilva. Nel dettaglio, Saponi si è recato in Questura con i suoi legali e ha messo a disposizione dei magistrati lo smartphone su cui potrebbero trovarsi messaggi o dati utili all’accertamento della verità. L’azione assume particolare rilievo in quanto il figlio della Paganelli — già vittima di un grave sinistro stradale nel maggio 2023 — ritiene possa esserci un legame tra quel sinistro e il delitto della madre.
“Per tutto quello che ho potuto constatare è la persona che ha tolto ha vita a mia madre”, ma si dice non in grado di stabilire quale potrebbe essere stato il movente. Le accuse di Saponi si inseriscono in un contesto investigativo denso di interrogativi: la Procura di Rimini — guidata dal pm Daniele Paci — sostiene che Dassilva abbia colpito Paganelli per «motivi abbietti», con modalità aggravate e con premeditazione, nell’ambito di una relazione extraconiugale con la nuora della donna.

Dal canto suo, la difesa di Dassilva negava sin dall’inizio la propria responsabilità, sostenendo al contrario che le prove raccolte non consentirebbero una certezza e che alcuni elementi dell’impianto accusatorio presentano criticità. L’intervento di Saponi, con la consegna del proprio dispositivo e la disponibilità a collaborare ulteriormente con gli inquirenti, potrebbe ora accelerare l’esame di tracce digitali.
Il caso resta dunque aperto e sotto la lente d’ingrandimento: i magistrati valuteranno le nuove acquisizioni in vista della fase processuale. Saponi ha infatti dichiarato di essere determinato a «vedere la verità emergere» e ha chiesto che sia fatta piena luce su quanto accaduto, al di là della sua convinzione personale. La consegna del telefono segnala un ulteriore passo chiave in una vicenda ancora piena di zone d’ombra.