Non ci sono tracce ematiche di Louis Dassilva sulla scena del delitto di Pierina Paganelli, nessun materiale biologico. Non ci sono tracce di Dna compatibile con quello dell’indagato e il risultato va “a chiudere la partita del Dna cristallizzando che Dassilva non era sulla scena del delitto.
Questo è il parere di Roberta Bruzzone, che fa parte del pool difensivo di Louis Dassilva in qualità di consulente. L’esperta ha anche precisato che la nota preliminare sugli accertamenti sulla cam3 è un ulteriore punto a favore per il senegalese, adducendo una forte motivazione.
Queste le sue parole: “L’esigenza del collegio peritale di inviare addirittura una nota preliminare per dire che non servirà procedere oltre è indicativa e ancora: “La valutazione per cui non è Dassilva l’uomo ripreso camminare davanti alla cam3 la sera del delitto non è più solo la nostra ricostruzione, ma anche quella dei periti del gip. Anzi, noi abbiamo persino trovato chi verosimilmente passa sotto la telecamera”.
La Bruzzone ritiene che le persone non possono accorciarsi, senza temere le integrazioni degli altri periti. C’ è un incidente probatorio al contrario, che sembra remare contro Dassilva ed è quello relativo ai cellulari che non avrebbero registrato attività in concomitanza col delitto.
Anche su questo l’esperta ha controbattuto: ” Dassilva era in casa sua, quali interazione bisognava che facesse?”. Ritiene, invece, che Manuela Bianchi non sia attendibile e e se la procura dovesse chiedere a Louis una versione alla luce dell’interrogatorio di Manuela, la Bruzzone sa che: “Lui non ha niente da aggiungere. Ha già reso la sua versione nel primo interrogatorio”. L’istanza di scarcerazione di Dassilva va valutata attentamente, dopo aver vagliato i nuovi elementi e dopo aver letto le motivazioni della Cassazione.