Vincenzo Loffredo ha raccontato che, mentre si stava recando in ospedale con la sua figlioletta, ha chiamato il pronto soccorso, proprio per accertarsi di trovare un nosocomio aperto. La Procura di Nola ha disposto il sequestro del cellulare dell’uomo.
L’obiettivo è quello di verificare la presenza di elementi utili a capire dove si trovasse realmente tra le 21.30 e le 23 di sabato 15 febbraio. Questo non è un particolare di poco conto, dal momento che potrebbe influire sulle contestazioni mosse nei confronti di Loffredo da parte del pubblico ministero.
Vincenzo è indagato per delitto colposo, ma se dovesse emergere che si trovava, in realtà, fuori dall’ appartamento nella sera in cui sua figlia Giulia è stata sbranata dal pitbull di famiglia, nei suoi confronti scatterebbe anche l’accusa di abbandono di minore.
Lo smartphone di Loffredo, dunque, dovrà essere analizzato attentamente anche per verificare se lo abbia utilizzato nelle ore in cui hq detto di essersi addormentato, non accorgendosi che Tyson, il suo pitbull, stava azzannando Giulia, peraltro a pochi centimetri da lui. Ieri, intanto, la scientifica ha trascorso 8 ore dentro l’abitazione, alla ricerca di tracce ematiche lasciate dal cane o dalla bambina. Il cellulare sequestrato, dunque, potrà rivelarsi davvero prezioso per ricostruire cosa è successo quella sera.
In particolare, servirà a rispondere ad una domanda: Vincenzo era davvero in casa, e dormiva, oppure, al contrario, era uscito, lasciando la figlioletta Giulia in preda ai morsi del pittbull che non le hanno lasciato scampo? Seguiranno ulteriori aggiornamenti che saremo pronti a fornirvi nelle prossime ore.