La triste vicenda di Giulia Loffredo, la bambina di nove mesi morta dopo essere stata aggredita dal cane di famiglia ad Acerra, in provincia di Napoli, continua a suscitare profonda commozione e dibattito. L’episodio, avvenuto nel quartiere popolare Ice Snei, ha portato all’apertura di un’inchiesta da parte della Procura di Nola, che sta indagando il padre della piccola, Vincenzo Loffredo.
Secondo le prime ricostruzioni, il pitbull avrebbe azzannato la bambina mentre il padre, un barista di 25 anni, era addormentato. Al risveglio, Loffredo avrebbe trovato la figlia in condizioni disperate e l’avrebbe trasportata d’urgenza in ospedale, dove purtroppo è stata dichiarata deceduta. Le esequie di Giulia si sono svolte nel Duomo di Acerra, dopo che la salma è stata rilasciata dalle autorità .
Vincenzo Loffredo è attualmente l’unico indagato nel caso, e dalle indagini è emerso un dettaglio scioccante: al momento della tragedia, il padre sarebbe stato sotto l’effetto di cannabinoidi, come dimostrato da un test tossicologico. Questo elemento ha aggiunto ulteriori interrogativi sulle dinamiche dell’accaduto e sulla responsabilità del genitore, che avrebbe potuto essere in condizioni di vigilanza ridotta.
Il pitbull, di nome Tyson, insieme a un altro cane di piccola taglia presente in casa, è stato sequestrato e affidato al servizio veterinario dell’Asl Napoli 2 per ulteriori accertamenti. Mentre le indagini proseguono, gli inquirenti sono al lavoro per dirimere alcuni punti oscuri di questa vicenda.
E’ di queste ore la notizia di un nuovo urgente sopralluogo della polizia scientifica presso l’appartamento in cui si è consumato il tremendo episodio. Ci sono importanti novità sul caso. Cosa è stato scoperto? Ecco tutti i dettagli nella pagina successiva.