Caso piccola Giulia, ecco cosa non torna nella storia (2 / 2)

Sono comunque ancora tanti, troppi i dubbi da sciogliere in merito alla vicenda della piccola Giulia colpita dal pitbull. Innanzitutto quello che si dovrà chiarire nei prossimi giorni è chi abbia ripulito l’appartamento dalle tracce ematiche presenti sul pavimento.

Infatti la polizia ha fatto un nuovo sopralluogo all’interno dell’appartamento del rione Ice Snei dove sono avvenuti i fatti, ma non c’erano tracce di liquidi: tutto era stato rimesso in ordine. Perchè? E soprattutto chi è stato? Queste sono le domande che anche la gente comune di Acerra si sta ponendo.

“Non so chi sia stato il mio assistito era in commissariato per l’interrogatorio, dove è rimasto fino alle 7 del mattino. Nell’appartamento sono andati la mamma della piccola, ed altri familiari” – così ha detto l’avvocato Montano che assiste appunto la famiglia e lo stesso Vincenzo Loffredo.

“Era stato fatto un primo sopralluogo della scientifica e la mamma di Loffredo è svenuta proprio a causa della vista del sangue. Loro hanno riferito al mio assistito che non c’erano sigilli quando sono entrati” – così ha detto ancora l’avvocato che ha chiesto che il suo assistito venga sentito per un altro interrogatorio dove fornirà certezze sul fatto che non sia stato lui a ripulire la casa.

Chiarezza deve essere fatta anche sui racconti del tutto incongruenti che Loffredo avrebbe fatto ai sanitari e poi alla polizia: in primis aveva detto che la bimba fosse stata aggredita da un randagio, ai poliziotti invece ha poi confessato che fosse stato il pitbull di casa. Sul quale non sono state trovate tracce ematiche.

I prossimi esami diranno se nelle feci e sul cane ci siano tracce di DNA della bambina mentre l’altro meticcio di nome Laika presentava una macchia ematica sul muso forse dovuto allo strofinio vicino al corpo di Giulia. Da chiarire anche se il collo si sia o meno spezzato e se la piccola una volta arrivata in clinica fosse viva o meno.