Caso Mammucari a Belve, l’analisi della criminologa non lascia dubbi (2 / 2)

La criminologa Anna Vagli, esperta di linguaggio del corpo, ha analizzato nel dettaglio il caso mediatico del momento: la querelle Mammucari-Fagnani durante l’intervista a Belve. Secondo Vagli, la combinazione di segnali verbali e non verbali potrebbe suggerire un responso sorprendente: la premeditazione emotiva.

In sostanza, Mammucari sarebbe entrato in studio con una soglia di tolleranza molto bassa, pronto ad abbandonare l’intervista se si fosse sentito troppo sotto pressione. La sua postura di chiusura, il sorriso nervoso e i gesti assertivi indicavano disagio e una crescente tensione. Fin dall’inizio, il conduttore ha mostrato una postura difensiva, con la testa incassata tra le spalle, segnale di autodifesa tipico di chi percepisce un ambiente come nemico.

Durante il confronto con Francesca Fagnani, i suoi gesti assertivi, come puntare i palmi verso di lei, riflettevano un tentativo di controllare la situazione o deviare la responsabilità del proprio disagio. Uscite come “Mi stai facendo passare per un cogli***” confermano questa dinamica. La decisione di lasciare lo studio è stata preceduta da segnali non verbali di crescente tensione, come movimenti bruschi e distacco visivo.

Inoltre, le sue critiche al programma e alle domande poste, espresse con frasi come “Non mi stai facendo parlare di me” e “Pensavo fosse un programma più simpatico“, evidenziano una predisposizione negativa verso il contesto. Questo atteggiamento ha trasformato l’intervista in un confronto rigido, con limiti mentali già fissati.

L’analisi evidenzia come Mammucari abbia mostrato segnali chiari di disagio, autodifesa e tensione crescente, culminati nell’abbandono dello studio. Secondo Vagli, il comportamento dell’attore era già in parte premeditato, rendendo il confronto inevitabilmente turbolento e teso.