Il tribunale indipendente selezionato dall’International Tennis Integrity Agency (ITIA) ha stabilito che Jannik Sinner non aveva nessuna colpa o negligenza, scongiurando la sua squalifica. La WADA, però, appellandosi, ha chiesto una squalifica di un anno, massimo due, cambiando il corso degli eventi.
La WADA, acronimo di agenzia mondiale antidoping, ha presentato il ricorso davanti al TAS di Losanna, mentre il campione altoatesino ha continuato a trionfare sul campo, aggiudicandosi, da ultimo la Coppa Davis, e portando sempre più in alto i colori della bandiera italiana. Nessuno, però, avrebbe potuto prevedere un annuncio improvviso, arrivato direttamente dal direttore della WADA.
Olivier Niggli, difatti, ha rivelato all’agenzia stampa France Presse, questo, ripreso da fanpage.it, nostra fonte di riferimento per la stesura dell’articolo: “Nella decisione si è ritenuto che non vi fosse alcuna colpa di Sinner. La nostra posizione è che esiste ancora una responsabilità dell’atleta nei confronti di coloro che lo circondano. Quindi è questo punto giuridico che sarà discusso al TAS”.
La WADA ha dunque rotto il silenzio, dichiarando che non contesta la presunta contaminazione ma che ritiene “che l’applicazione delle norme non corrisponda alla giurisprudenza”. L’agenzia mondiale antidoping è del pare che Sinner sia responsabile del suo team.
Resta questo, dunque, da chiarir, e proprio per poter chiudere una volta per tutte la questione doping. E’ certo che, sino alla fine di quest’anno, non ci sarà alcuna discussione e che non ci sarà nemmeno sino all’11 febbraio 2025. Al momento, dunque, occorrerà pazientare. Niggli, direttore della WADA, ha chiosato il suo intervento, dicendo: “Personalmente, penso che proteggere la reputazione di un atleta debba essere la nostra prima preoccupazione. Viviamo in un mondo in cui i social media sono quello che sono e fanno sì che la tua reputazione possa andare in fumo in un lasso di tempo molto, molto breve.”