Caso Indi Gregory, poco fa la notizia sul giudice che l’ha condannata (2 / 2)

I genitori della piccola Indi Gregory, assistiti dai loro legali, hanno portato avanti una lunga faccenda, tra Regno Unito e Italia, pur di sottrarre la loro bambina, affetta da una patologia c considerata terminale dai i medici del Queen’s Medical Centre di Nottingham e dai giudici britannici, al suo crudo destino. Purtroppo Indi, seppur forte, non è riuscita a farcela e il suo cuoricino si è spento nella notte.

La sua triste storia sta tenendo banco in tutto il mondo poiché dal distacco dei macchinari che tenevano in vita la bimba di soli 8 mesi, sino al suo trapasso, eseguito all’interno di un hospice locale, sotto scorta della polizia, come imposto dalle corti del Regno alla famiglia, somministrandole famaci palliativi incaricati d’accompagnarla “gradualmente” verso il decesso, sino alla sua scomparsa, sono passate poche ore.

Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia onlus ha dichiarato: “La decisione dei giudici inglesi di procedere alla sospensione dei sostegni vitali per la piccola Indi, nonostante la possibilità dell’ospedale Bambino Gesù di Roma di assicurarle le migliori terapie palliative e nonostante il conferimento della cittadinanza italiana, è una sconfitta per l’umanità, per la medicina, per la scienza e per la civiltà occidentale”, il Codacons ha presentato un ricorso d’urgenza al Tribunale civile di Roma, chiedendo ai giudici di ordinare la sospensione dei distacchi dei macchinari, ma tutto questo non è servito. Ora però, gli stessi giudici che hanno condannato Indi al decesso, sono finiti nel mirino di milioni di utenti.

Musica in lutto, ci lascia all’improvviso il più grande di tutti Musica in lutto, ci lascia all’improvviso il più grande di tutti

La rabbia, l’indignazione, lo sconforto  per quello che è accaduto e che mai sarebbe dovuto accadere, è fortissimo in quanto, a detta di tanta gente che ha seguito il caso, nessuno può decidere della vita di un altro. Un utente ha scritto: “Avrei fatto fare ai signori giudici la stessa fine che hanno decretato alla piccola“, un altro: ” Dovrebbero sprofondare nella loro stessa melma”.  Commenti durissimi, continuano a susseguirsi, proprio in queste ore,  dal momento che il caso di Indi non può cadere nel dimenticatoio, in nome del rispetto della vita, bene prezioso, incondizionato, che va anteposto a tutto.

Una reazione comprensibile,  quella degli utenti,  alla luce di un caso diventato internazionale. Ora sono i togati ad essere passati, da giudicanti, a giudicati, messi  alla gogna mediatica per quanto hanno sentenziato, ossia la fine terrena di Indi.  Beppino Englaro, che per 17 anni condusse una battaglia legale per la sospensione della cure alla figlia Eluana, coinvolta in uno schianto stradale nel 92, ha detto: . “è un’altra tragedia della responsabilità che va chiarita a livello universale. Bisogna stabilire a chi spetta l’ultima parola”.