Caso Giulia, la mamma di Alessandro rischia la condanna (2 / 2)

Alessandro Impagnatiello, colui che con 37 coltellate, si è sbarazzato della fidanzata Giulia Tramontano, incinta di 7 mesi del loro primo figlio, si avvicina al processo e va capito come si procederà nei suoi confronti, se con un rito abbreviato o con un giudizio immediato.

Nel frattempo crescono i dubbi riguardanti il possibile coinvolgimento della madre, la 54enne Sabrina Paulis, di origini sarde che abbiamo visto piangere e chiedere scusa alla madre della Tramontano.

Il dubbio è questo: può lei, suocera di Giulia, aver partecipato al depistaggio, pur senza esserne consapevole? La criminologa Roberta Bruzzone, proprio su questo punto, ha dichiarato che Impagnatiello: “Ha manipolato la madre nel depistaggio. Il vero obiettivo era il bambino, non Giulia. La Paulis, come ormai noto, aveva accompagnato il figlio fuori da un bar, dove lui aveva chiesto se in zona ci fossero delle telecamere di sicurezza.

Intervistato dal Messaggero, il penalista Guido Stampanoni Bassi ha dichiarato: “Per quanto attiene a eventuali profili di favoreggiamento, alla madre si applicherebbe una causa di non punibilità prevista nel nostro codice, secondo cui, per una serie di reati contro l’amministrazione della giustizia, non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di salvare un prossimo congiunto da un grave e inevitabile nocumento nella libertà o nell’onore. La finalità di questa causa di non punibilità poggia sul riconoscimento della forza incoercibile degli affetti familiari che esclude, in casi come questi, la rilevanza penale della condotta (in quanto sarebbe inesigibile la condotta conforme alla norma) Il discorso sarebbe diverso qualora – sempre ragionando in astratto – dovesse emergere una responsabilità di altri “complici” per reati diversi da quelli contro l’amministrazione della giustizia”. 

Bassi ha le idee molto chiare anche per quanto riguarda le sorti processuali del reo-confesso, dicendo: “:È estremamente difficile – se non impossibile – che Impagnatiello possa accedere al rito abbreviato, perché dal 2019 questo rito è escluso per i reati che sono puniti con l’ergastolo (e la Corte Costituzionale, con sentenza n. 260/2020, ha confermato la legittimità dell’esclusione)”.