Caso Giulia Cecchettin, sono arrivati i dati ufficiali su cosa è accaduto nell’auto (2 / 2)

Filippo Turetta, dopo aver tolto la vita a Giulia, ha provato a fuggire, sino a quando, nemmeno 24 ore dopo il ritrovamento della salma della 22enne, anche lui è stato fermato, in Germania, a bordo della sua Fiat Punto di Filippo Turetta, la stessa vettura in cui ha caricato la sua ex fidanzata e si è disfatto del suo corpo, abbandonandolo.

Un femminicidio, quello della Cecchettin, che ha raggelato gli italiani, forse perché è iniziato come un caso di scomparsa, sino a quando si è intuito la gravità di quello che era successo. La Fiat Punto è stata trasferita dalla Germania all’ Italia, dove è stata esaminata attentamente dai Ris di Parma e siamo in grado di dirvi cosa è stato trovato nell’auto. Come riportato da fanpage.it, in quell’auto, la cui targa è stata diffusa nei giorni bui della scomparsa dei due giovani, specie dopo che su Turetta è stato emesso un mandato di cattura internazionale, i militari hanno ritrovato tantissime tracce ematiche.

In particolar modo, i Ris parlano di tracce ematiche sul sedile posteriore anche se si dovrà accertare ancora se Giulia fosse agonizzante o già deceduta quando Turetta l’ha caricata a bordo. Ovviamente, per risolvere questo dubbio, occorrerà effettuare la bloodstain pattern analysis ma i Ris, per poter procedere, necessitano dell’ok del pm Paolo Petroni.

Come riportato sui siti scientifici, la tecnica in questione, impiegata in ambito forense, consente di analizzare le tracce ematiche, in particolare la morfologia degli schizzi, le chiazze o macchie di sulla scena del femminicidio di Giulia, in questo caso. Questi sono giorni molto importanti per il proseguimento degli accertamenti utili a ricostruire quello che la povera studentessa ha subito, in dettaglio.

Il pm a breve, secondo quanto riportato dalla stampa nazionale, conferirà l’ incarico ai consulenti per l’analisi delle tracce ematiche presenti sugli oggetti ritrovati nella Fiat punto di Filippo Turetta, tra cui un coltello, i sacchi neri, ed un telefono. Si tratta di accertamenti irripetibili, che potrebbero essere fatti già la prossima settimana. L’importanza di quello che emergerà è cruciale, perché a Turetta, recluso nel penitenziario Montorio di Verona, potrebbero essere contestate le aggravanti della crudeltà e della premeditazione, che potrebbero valergli l’ergastolo se i giudici lo ritenessero colpevole.