Oggi, 2 febbraio, si celebra la Candelora, una festa dalle radici antiche che unisce tradizioni religiose e contadine. Questa ricorrenza, nota nella Chiesa come Presentazione di Gesù al Tempio, cade 40 giorni dopo Natale e segna un momento di passaggio verso la primavera. Il termine “Candelora” deriva da “candelorum”, riferito alla benedizione delle candele, simbolo di luce e rinascita.
Durante la celebrazione liturgica, i fedeli ricevono candele benedette, il cui fuoco rappresenta Cristo, luce del mondo. La Candelora non è solo una festa religiosa, ma ha anche un forte legame con la natura e i cicli stagionali. Un noto proverbio recita: “Per la santa Candelora, se nevica o se plora, dell’inverno semo fora; ma se plora e tira vento, dell’inverno semo dentro”.
Questo significa che, se il 2 febbraio il tempo è mite e soleggiato, la primavera è vicina; al contrario, pioggia e fredto suggeriscono che l’inverno durerà ancora almeno sei settimane. Per i contadini, questa giornata era fondamentale per prevedere l’andamento dei raccolti. La festa ha origini antiche: già ai tempi di Giustiniano era celebrata, mentre Papa Sergio I introdusse una processione penitenziale.
Per la Chiesa, la Candelora rappresenta un momento di rinnovamento in vista della Pasqua, un periodo di attesa e speranza. La benedizione delle candele le rende “sacramentali”, portando grazia divina e protezione alle famiglie, specialmente ai malati.In Italia, la Candelora è associata a diverse tradizioni locali.
A Catania si integra con la festa di Sant’Agata, a Campobasso segna l’inizio della Fiera di San Biagio, mentre a Benevento il Bambino Gesù viene esposto all’altare fino al 2 febbraio per essere baciato dai fedeli. La Candelora è dunque un ponte tra sacro e profano, tra fede e natura. Che sia una giornata di sole o di maltempo, questa festa ci ricorda che, dopo l’inverno, arriva sempre la luce.