
Ogni volta che un grande vola via, quel che resta è lo sconcerto e quel senso di vuoto che nessuno riesce a colmare in quanto è impossibile non avere le lacrime agli occhi nel ricordare le sue gesta… gesta che lo hanno consacrato nell’olimpo dei grandi e che nessuno potrà mai dimenticare.
La dinamica è stata tragicamente netta: Carmelo Miceli è stato colpito da uninfartomentre si trovava aRende, in provincia di Cosenza. Il malore, improvviso e senza scampo, ha spento l’uomo a soli67 anni. Lui era uno dei pilastri, una figura la cui storia si è intrecciata in modo indissolubile con l’identità più profonda dell’U.S. Lecce.
Si tratta di un addio che colpisce al cuore l’intera piazza diLecce, che in lui vedeva non solo un ex atleta, ma una vera e propriabandiera.Per benundici stagioni, infatti, Carmelo Miceli ha onorato la maglia del club, diventando un punto di riferimento assoluto nel cuore delfirmamento giallorosso.

Nel suo lungo percorso con la squadra salentina, c’è anche spazio per un traguardo indimenticabile: una stagione trascorsa a giocare nella massima categoria, laSerie A. Era nato a Cosenza, ma per lungo tempo ha militato nel LecceCalcio dove collezionò 290 presenze tra SerieA e SerieB, risultando il terzo giocatore più presente nella storia del club. In Calabria vestì la maglia del Catanzaro in serie B.Contribuì alla prima promozione del Lecce in Serie A nel 1985 e, dopo il ritiro, ha allenato numerose squadre,soprattutto in Calabria e in Belgio l’Union Saint Gilloise. Tanti i messaggi di cordoglio per la scomparsa dell’ex, a partire dal club salentino.
Il mondo del calcio pugliese e tutti i suoi sostenitori piangono l’uomo e il professionista che ha saputo incarnare, con la sua longevacarriera, la tenacia e la passione che contraddistinguono lo spiritosalentino.