"Cadaveri nei camion di Bergamo". Come andò, il racconto dei militari

La pandemia di Covid-19 è ancora presente nel nostro Paese, ma non si può dimenticare quanto successo nel marzo del 2020, quando centinaia di persone al giorno cominciarono a perdere la vita soprattutto nella bergamasca. Il racconto di quei momenti.

"Cadaveri nei camion di Bergamo". Come andò, il racconto dei militari

Ormai da due anni a questa parte stiamo facendo i conti con la pandemia provocata dal coronavirus Sars-CoV-2, il patogeno che provoca appunto la malattia denominata Covid-19. Si tratta di una patologia molto severa, che come si sa causa problemi di respirazione e a volte può anche portare al decesso nei casi più gravi. Per questo, nell’arco di questi due anni, si sono sviluppati dei vaccini che hanno comunque ridimensionato l’impatto del virus nella popolazione. 

Certo, il patogeno rimane sempre in agguato, ma con queste terapie si sta tenendo sotto controllo una situazione che potrebbe essere ancora più grave, e ne è un esempio quello accaduto proprio all’inizio dell’emergenza sanitaria. Il nostro Paese è stato il primo in Occidente a fare i conti con il Sars-CoV-2, il quale si sarebbe diffuso nel mondo attraverso la Cina. La zona più colpita è la Lombardia, lì dove il virus ha fatto la sua comparsa in Italia. E tutti ricordano cosa è successo a Bergamo nel marzo 2020.

Il racconto

A distanza di due anni il comandante provinciale dei carabinieri di Bergamo, Giuseppe Regina, ha deciso di raccontare come sono andati i fatti, spiegando anche il perchè si decise di trasportare le salme delle persone morte di Covid-19 a bordo dei camion dell’Esercito. Un’immagine che resta scolpita in ognuno di noi. 

Tutti ricordiamo infatti la colonna di camion dell’Esercito che attraversò la città di Bergamo. Il comandante Regina spiega come in quei giorni il forno crematorio della città “poteva smaltire meno di 30 salme in 24 ore”. “Per smaltire i corpi decidemmo di rivolgerci ad altre città fuori dalla Lombardia che era tutta messa male. In una delle tante riunioni si pose il problema del numero dei carri perchè le pompe funebri avevano un personale ridotto a causa del personale malato di Covid e non erano in grado di offrire il servizio” – questo il ricordo commosso del comandante

Regina ha spiegato come in quei momenti non si pensasse assolutamente che quelle immagini poi sarebbero diventate storiche, scagliandosi anche contro chi, ancora al giorno d’oggi, crede nelle teorie complottistiche riguardo la pandemia. In quei tristi giorni il comandante ricorda come, fortunatamente, nessuno dei carabinieri del comando si ammalò di Covid

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