L’Agenzia delle Entrate ha confermato che marzo riprenderà la trattenuta dell’acconto per le addizionali comunali e questo, tradotto in soldoni, significa stipendi più bassi rispetto a febbraio a causa della doppia trattenuta.
Questo interesserà tutti i lavoratori dipendenti, a prescindere dal settore o dal tipo di contratto, eccetto per chi rientra nelle fasce di esenzione stabilite dai singoli Comuni. Nel cedolino di marzo, oltre al saldo per il 2024, inizia la trattenuta dell’acconto per il 2025, con una doppia imposizione, che riduce il netto rispetto ai mesi precedenti.
Ma di quanto diminuisce lo stipendio a marzo? L’importo della riduzione dipende dalla percentuale di addizionale comunale applicata dal Comune di residenza, che varia tra lo 0,2% e lo 0,8% del reddito imponibile, facendo delle eccezioni ,come Roma (0,9%).
Ad esempio, un lavoratore residente a Roma con stipendio annuo lordo di 30.000 euro avrà un’addizione comunale totale di 270 euro annui, distribuiti così: il 30% viene trattenuto in acconto da marzo a novembre (circa 10 euro al mese),il 70% viene trattenuto in saldo da gennaio a novembre (circa 16 euro al mese).A marzo, alla alla trattenuta per il saldo del 2024, si aggiunge l’acconto per il 2025, riducendo il netto di circa 10 euro rispetto al mese precedente..
Ogni comune stabilisce l’aliquota dell’addizionale comunale e le soglie di esenzione. A Milano, chi guadagna meno di 23.000 euro annui è esente, mentre a Roma il limite è di 14.000 euro. Chi guadagna meno di queste soglie non subisce trattenute. Ecco spiegato perché due lavoratori con lo stesso stipendio possono avere netti diversi a seconda della città di residenza.