Bus precipitato nel Po, la confessione del super testimone (2 / 2)

Preziosa è la testimonianza di Wilhelm Teli, 32 anni, istruttore canottiere di origini albanesi, che ha ricostruito alla stampa quello che è successo ieri pomeriggio a Torino, dicendo: “Mi sono lanciato in acqua per salvare l’autista, non ce l’ho fatta”.

E’ stato uno dei primi a intervenire, mentre si trovava negli uffici del circolo.   Queste le sue parole:  «Non ho visto in diretta la caduta, ma temevamo che il bus fosse pieno di passeggeri: si respirava un’aria di terrore».

Sono stati i  ragazzini dei circoli a dare l’allarme agli istruttori, mentre quattro o cinque lance circondavano il bus ed altre erano in arrivo. Uno scenario da incubo, quello che Willy, un grandissimo esperto, si è trovato.  Così, senza esitare nemmeno un istante, si è lanciato in acqua per salvare chi era rimasto intrappolato nel mezzo.

Il canottiere ha aggiunto:  «Non ci ho pensato due volte e mi sono lanciato io in acqua per cercare di salvare chi c’era»,  introducendosi nel bus tramite un finestrino sfondato. Ha trovato subito l’autista, privo di conoscenza o forse già deceduto. Voleva portarlo fuori, salvarlo, e così ha fatto.

Si è caricato in spalla il corpo dell’autista e lo ha spinto verso l’esterno del mezzo attraverso una feritoia in fondo al bus. Così lo hanno  caricato sul motoscafo e portato via per cercare di rianimarlo. Nel frattempo sono arrivati i  vigili e i soccorsi ma purtroppo non è servito a niente,  era deceduto.

Ha ripercorso tutto nei minimi dettagli Teli,  sino al tremendo epilogo.   «Ho fatto d itutto per salvarlo, purtroppo non ce l’ho fatta. Ritornare in barca sul fiume non sarà facile ma questa è la vita. Quelle immagini resteranno sempre con me, convinto almeno di aver fatto la cosa giusta, come se in quel pullman ci fossero stati i miei fratelli o i miei genitori. Lo rifarei, senz’altro», ha chiosato.