Bus caduto nel Po, esce fuori la verità: l’autista aveva un f… (2 / 2)

Gli inquirenti stanno lavorando incessantemente per ricostruire la straziante dinamica dei fatti che hanno portato il bus a precipitare nel Po, provocando il decesso di Nicola Di Carlo, conducente del mezzo che è volato nelle acque del fiume, in retromarcia.

Stanno raccogliendo tutti gli elementi utili, vagliando i filmati delle  delle telecamere di sorveglianza della zona, così come i rilievi tecnici sul veicolo recuperato, in attesa dei risultati dell’esame autoptico sull’uomo.

Preziose sono le testimonianze oculari. Sebbene nessuna pista sia lasciata al caso, dal guasto meccanico, alla distrazione, la pista che prende sempre più corpo è quella del malore. I primi testimoni, che sono stati sentiti mercoledì, subito dopo l’accaduto, hanno subito dichiarato che Nicola Di Carlo accusata un sintomo tipico della patologie cardiache fetali.

Il conducente aveva un forte dolore alla schiena. Tutti coloro che lo conoscevano, lo hanno descritto come un conducente esperto. I familiari ritengono che non avrebbe mai fatto una manovra azzardata, in quanto mai avrebbe messo in pericolo la sua vita, quella dei passeggeri (qualora ce ne fossero stati) e di chi si trovava nella zona. Ricordiamo che ha investito tre donne, per fortuna non in gravi condizioni.

Sul pullman non erano presenti passeggeri e non c’erano gli alunni, che si trovavano in visita al Museo Egizio ma se ci fossero stati, si sarebbe verificata una strage. Sfondando la barriera di protezione, il bus è restato in bilico per alcuni secondi prima di sprofondare in acqua ma cosa ha determinato tutto questo? Secondo la pista più gettonata, il malore del conducente. Sarà però solo l’esame autoptico a fare chiarezza in modo definitivo sulla causa del decesso e di questo straziante evento che ha turbato la cronaca nazionale.